Progetto Du Parc di Torre Pellice e la Cooperativa sociale Terra di Mezzo
in collaborazione con il collettivo Il Cane Parlante
hanno il piacere di presentare la mostra
“ WYM ”
What You Mean?
«It means ‘what you mean’ which is slang for what do you mean.»
L’acronimo WYM significa letteralmente “cosa intendi?”. Stiamo parlando di acronimi online, dove l’ortografia e la grammatica sono l’ultima preoccupazione di tutti.
La WYM viene tipicamente usata come risposta al messaggio o al post di qualcun altro, chiedendo di chiarire o elaborare ciò che hanno appena detto.
La mostra raccoglie le opere finali e gli step preparatori (bozzetti, disegni, foto e video), realizzati da alcuni utenti durante il percorso artistico intrapreso durante l’anno, nello spazio della sala “Italo Taio”, ex Chiesa di San Giuseppe, a Pinerolo.
Verrà presentata al pubblico, in occasione dell’Artigianato 40+3, con inaugurazione il 6 settembre 2019 alle ore 19 e apertura al pubblico venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 settembre.
Il collettivo Il Cane Parlante nasce, in seno al laboratorio di arte, all’interno del contesto di comunità terapeutica riabilitativa per pazienti psichiatrici delle strutture di Progetto Du Parc e si avvale del supporto di due artisti professionisti e di due psicologi.
I partecipanti hanno intrapreso un percorso, fatto di step progettuali e preparatori, che li ha visti protagonisti e creatori di un’opera pittorica finale in risposta alla domanda “Che cosa intendi? What you mean?”, posta inizialmente.
Da qui l’idea di presentare in mostra l’intero iter fatto da alcuni ragazzi, senza necessariamente sottolineare l’aspetto clinico e patologico, ma mettendo in evidenza i pensieri ispiratori, il racconto del loro mondo interiore, del vissuto, e il gesto pittorico.
WYM è la domanda che si sono fatti gli autori delle opere, è il mantra che ha accompagnato il processo creativo ed è però anche la domanda che si pone a chi vede la mostra.
“La creatività è lo strumento con cui l’uomo può donare al mondo un proprio senso personale. Permette di non avere solo una comprensione trasmessa in modo replicativo. Permette il cambiamento, la crescita. La sofferenza nasce dall’impossibilità di essere creativi. Nasce se non si può dare un senso personale alle cose, quando non si è in grado di trasgredire le proprie matrici culturali, gli insegnamenti della propria famiglia. La sofferenza, dunque, è l’impossibilità di riconcepirsi rispetto ad un mondo che ci ha concepiti.” (D.N.)