Ritorna l’appuntamento pinerolese dedicato ai mille volti del mondo scientifico: i Mercoledì Scienza 2016 saranno divisi in 4 serate e spazieranno dalla medicina all’etologia, dalla mineralogia alle specie in via di estinzione; come sempre a cura del Museo di Scienze Naturali di Pinerolo.
Ogni serata è prevista per le ore 21 presso la sala Pacem in Terris del Museo Diocesano, ad INGRESSO GRATUITO.
Mercoledì 16 marzo: IL QUARZO, COSI’ NOTO, COSI’ SCONOSCIUTO
Relatore: Dott Emanuele Costa, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino.
Il quarzo e’ uno dei costituenti fondamentali della crosta terrestre, un minerale conosciuto dall’uomo sin dai tempi antichi, carico di una valenza storica, artistica, gemmologica e scientifica di altissimo livello. Il quarzo ha assunto, negli ultimi decenni, notevole importanza anche in campo tecnologico, ed e’ insostituibile nell’elettronica moderna. Negli ultimi decenni la fabbricazione del quarzo sintetico per l’industria e’ diventata via via più importante, ma pochi sanno che la prima sintesi idrotermale del quarzo e’ stata ottenuta proprio a Torino agli inizi del secolo scorso. Nella serata si illustreranno diversi aspetti di questo minerale così noto e contemporaneamente così sconosciuto.
Mercoledì 30 marzo: LEGGENDE METROPOLICANE
Relatore: Dott.ssa Francesca Caffo, educatore cinofilo FICSS, consulente educativo CReA, Tecnico Mobility Dog.
Per un Approccio cognitivo-zooantropologico. Il miglior amico dell’uomo, intorno al quale esistono ancora tante credenze sbagliate. Una serata dedicata a diffondere una cultura cinofila basata sulle più recenti scoperte in materia, le quali mettono al centro il potenziale cognitivo del cane e il suo rapporto con l’essere umano. Partendo dalle leggende metropoliCane più diffuse, si spiegheranno l’origine e/o le possibili cause di determinati comportamenti e si proporranno eventuali risposte alternative che possano favorire una convivenza tra uomo e cane serena e gratificante per entrambe le parti.
Mercoledì 13 aprile: LA FEBBRE DI EBOLA, DA MALATTIA DELLA FORESTA A MINACCIA GLOBALE
Relatore: Dott. Guido Calleri, Medico chirurgo specialista Medicina Tropicale, Responsabile Servizio dei Medicina dei Viaggi, Osp. Amedeo di Savoia, Torino.
Il virus Ebola è noto da molti anni ma nonostante la gravità della malattia di cui è responsabile, non è mai arrivato a costituire un grave problema di sanità pubblica, essendo rimasto fino al 2014 confinato in aree geografiche limitate, prevalentemente rurali, ove causava epidemie destinate a risolversi in tempi ristretti. La recente epidemia in Africa Occidentale ha dimostrato caratteristiche del tutto nuove, ed ha portato il virus a diffondersi in maniera rapida ed estensiva, in modo tale da costituire una tragedia sanitaria e sociale per i paesi colpiti, ed una seria minaccia per il resto del mondo. Che cosa è successo esattamente in questa occasione? Cosa abbiamo imparato? Il mondo globalizzato è in grado di difendersi da queste minacce?
Mercoledì 20 aprile: ORECCHIE ROSSE O PUNTINI GIALLI: I PROBLEMI DI CONSERVAZIONE DELLA TESTUGGINE PALUSTRE
Relatori: Riccardo Cavalcante – Naturalista e fotografo conservazionista, Livorno Ferraris, VC.
Daniele Seglie, PhD. – Erpetologo e Conservazionista, San Germano Chisone, TO.
La Testuggine palustre europea, Emys orbicularis, è una specie acquatica che un tempo abitava gran parte delle zone umide della nostra regione; oggi la Testuggine palustre è in forte declino in tutta Italia ed è considerata in grave pericolo di estinzione. Per contrastare questo fenomeno sono stati intrapresi numerosi progetti di tutela, sia in Italia che all’estero. Durante la serata saranno illustrate le principali tecniche di monitoraggio, partendo dalle ricerche effettuate dagli autori nell’alessandrino e nel vercellese. Saranno quindi discusse le principali cause del declino delle popolazioni di Emys orbicularis: in particolare sarà trattato il problema della competizione con la specie aliena Trachemys scripta elegans, o Testuggine palustre dalle orecchie rosse, spesso comprata e poi abbandonata in stagni e corsi d’acqua, a svantaggio della nostra Testuggine palustre.