Colori, tanta fantasia ma soprattutto pazienza e tecnica: queste le qualità che deve avere un costruttore professionista di … mattoncini LEGO. Ed è proprio da tale creatività che prende fondamenta Expo Mattoncino, rassegna annuale pinerolese dedicata a tutti gli appassionati di questo gioco mai troppo vecchio, e che collega insieme adulti e bambini. Se infatti i più piccoli hanno modo di divertirsi incontrando i personaggi dei cartoni animati, provando varie attività ma soprattutto rimanendo ad occhi aperti per le grandi costruzioni messe in esposizione, i più grandi vengono catapultati in questo mondo colorato sia per nostalgia, che per in realtà lo stesso grado di stupore, specialmente quando si ha a che fare con alcune di queste realizzazioni.
Ma da un lato recensorio i pareri sono piuttosto articolati e diversi, così troverete prima le parti positive, poi qualche dettaglio da magari risistemare ed infine ciò che ha meno colpito o funzionato.
MONDI DI MATTONCINI
Ogni grande città è subito bella da un lato visivo, si voglia per i dettagli o per alcune parti animate, ma la sorpresa ad esempio arriva quando si nota che anche personaggi simili tra loro non sono mai uguali: cambia una faccia, cambiano i capelli od una parte di vestito: piccoli dettagli per piccoli omini che però contribuiscono nel dare realismo, o quantomeno più vita al risultato finale.
Quest’anno in special modo nelle foto mi sono concentrato di più nelle realizzazioni particolari: da segnalare i vari punti a tema Star Wars, le riversioni cittadine a tema Marvel e zombi, i diorami acquatici a cura del Politecnico di Torino, buon modo per insegnare ai ragazzi i problemi che può portare un allagamento in un terreno o in una strada, le lande antartiche e, progetto ancora in corso, la versione in scala parecchio rifinita della stazione ferroviaria di Cuneo. Esatto. E se non ci credete c’è la foto.
Buona l’idea di associare all’evento delle aree ristoro, così come di aprirsi a negozi specializzati (in fondo è per i LEGO che si va a visitare il tutto), ma pure a digressioni sul tema come litografie e pirografie, e già in parte viste lo scorso anno, ma sempre con piacere, fotografie di studio Eikon a tema scattate per le vie pinerolesi.
E’ stato poi un forte momento nostalgia quello in cui, tra i meandri dei grandi diorami in mattoncini, si riconoscono le proprie, quelle che si avevano magari da bambini per noi degli anni 80/90, e ricercare così con lo sguardo relative parti del set ed omini (e questo mi ha anche fatto venire alla mente un’idea per un gioco intrafiera al riguardo, ma non la scrivo se no poi me la bruciano gli organizzatori e non mi danno le royalties – accetto pagamenti in set da montare, però).
In chiusa, sempre interessante in parte di ingresso lo spazio dedicato alla storia dei mattoncini colorati, con esposizione consultabile di pubblicità e piani di gioco d’antan.
IL SALTO DI MARIO
Benchè credo sia già complesso riuscire a mettere in opera tutto quanto, e come già detto non vi siano delusioni sul piano espositivo, sarebbe interessante vedere il prossimo anno un ulteriore passo in avanti, giusto su qualche punto.
Per esempio, premiare gli espositori che portino qualche declinazione diversa dalla classica città con treno attorno, o come anche visto mere esposizioni di set o collezioni montate da manuale. Sempre carine a vedersi, ma quello che premia di più l’occhio e la visita è quando si mette in campo la fantasia aperta dei realizzatori.
Non ne avevo parlato sopra, ma la parte di LEGO videogame passati era davvero spettacolare, e sarebbe curiosa qualche altra incursione del mondo mattoncinico nella pixel art. O comunque sicuramente attirerebbe un sacco di nerd dal cuore tenero.
NOTE DOLENTI
Mi spiace chiudere con qualche nota un po’ più oscura, ma sarebbe incompleto non parlare della pecca più grossa di questa edizione, ovverosia un problema comunicativo.
Partiamo dal principio: buona trovata per attirare più pubblico, molto prima dell’evento è stata la possibilità di guadagnarsi un biglietto gratuito con una semplice registrazione sul sito dello stesso. Questo, in aggiunta ad un ingresso ridotto come cifra rispetto allo scorso anno ha portato a pienoni non indifferenti, e code all’ingresso già a partire dall’ora precedente all’apertura di sabato pomeriggio.
Tutto ottimo e ben gestito dall’organizzazione, però è stata oggetto di qualche discussione la scelta di inserire a pagamento l’utilizzo di alcune aree sino allo scorso anno libere, come macchine a pedali, pony da cavalcare, ma pure più interne come i tavoli di costruzione libera od i mattoncini giganti.
Ora, ci sta che per ovviare ad ingressi più economici si cerchi di rientrare in questi modi per permettere sempre una buona qualità dell’evento, però non si può pensare di farlo senza metterlo ben chiaro dal principio sulle pagine internet dello stesso, o sui programmi (sì, c’è stata poi una scritta su Facebook, ma sapeva più di riparatoria); trasparenza in più al proposito non avrebbe suscitato alcun scalpore, ed anzi sarebbe stato buon sistema associare tali servizi al costo del biglietto sin dall’entrata. Anche tali prezzi a mio avviso andrebbero corretti: ripeto, sono il primo a capire le cifre necessarie a far andare avanti gli ingranaggi organizzativi, ma mettere un costo che in certi casi (il biglietto unico per tutta la chiamiamola parte in aggiunta) supera quello di un ingresso per gli adulti non funziona molto bene. Le persone sono molto più motivate a pagare l’entrata per loro e per i propri bambini ed avere una esperienza completa, che nell’essere felici di una gratuità che però poi porta al vedere e non poter provare tutto.
Detto ciò concludo, come sempre nella curiosità di una prossima edizione, e vi lascio alle foto di ciò che avete visto, o che vi siete purtroppo persi dal vivo: ne vale la pena.