Eccoci giunti a visitare l’edizione 2014 dell’Artigianato Pinerolese, appuntamento annuale dedicato al lavoro manuale ed alla creatività che per quattro giorni ha riempito strade e piazze di Pinerolo. Un ottimo successo dunque… forse troppo? In che senso tale affermazione? Ora ci arriviamo, ma prima un rapido sguardo dall’alto su quanto offerto da questa edizione numero 38.
Artigianato e tecnologia
Le aree cittadine interessate sono quelle tradizionali, dallo spazio per i prodotti tipici in Piazza Cavour a quello dedicato agli incontri del Museo del Gusto ed alle città gemellate di Traunstein e Gap in Piazza Facta; seguono gli stand espositivi nel Centro Storico di numerosi commercianti pinerolesi e non, e l’area gastronomico / di ristoro in Piazza Marconi. La partecipazione è buona ed i visitatori hanno potuto trovare una vasta scelta di prodotti, da quelli per la propria cucina a modi per dare una nuova estetica alla propria casa, senza dimenticare la piccola oggettistica realizzata a mano, talvolta da molti neofiti dell’ambiente artigiano. Legno e metallo vanno così a lavorarsi in nuovi prodotti, arte e tante altre declinazioni diverse.
Questa edizione ha avuto per tema il collegamento tra artigianato del passato e nuove tecnologie, osservando come queste vadano a modificarne la struttura o le lavorazioni, coniugando la tradizione con il futuro: così cominciano a comparire tra gli stand l’uso di internet, la robotica, le nuove meccanizzazioni. Punto interessante, e che si sarebbe potuto evolvere ancor di più con conferenze mirate a tema, in modo da far parlare tra loro gli artigiani stessi e sentire proprie idee ed opinioni in materia. Invece a loro è rigorosamente lasciata unicamente l’area espositiva, ad esclusione dei numerosi appuntamenti ad opera del Museo del Gusto e quelli organizzati da Io Lavoro per avvicinare concretamente, cosa molto importante, i giovani alle professioni artigianali, catturandone l’evoluzione e non lasciandoli andare perduti.
Un apprezzamento personale lo lascio poi all’Area Bimbi, dove davvero si sono potute vedere molteplici attività, dai laboratori di pittura a quelli di origami, dai giochi da tavolo a quelli giganti, dalla proiezione delle stelle serale alla minifiera dei modellini di mezzi di lavoro agricolo e non; di grande interesse anche lo spazio di Piazza Marconi dedicato ai ragazzi dell’Istituto Buniva, che si sono potuti osservare all’opera nella creazione di pitture e sculture, poi esposte, con uguale discoros per le altre mostre presenti di dipinti e fotografia: ed è proprio da questi episodi di eccellenza che parte la mia piccola critica, ovvero che entrambi sono stati momenti vivaci, concretamente attivi.. ergo perché non applicare tali concetti a tutta la manifestazione?
Che artigianato sia
La manifestazione è stata attiva, così come la partecipazione del pubblico e questo sicuramente è un bene, ma mi chiedo se sia possibile far ancora meglio: su piani più concreti e prosaici penso ad esempio allo spazio di Piazza Marconi per la ristorazione, che nelle sere, specialmente quella del sabato, è arrivato a riempirsi talmente tanto da non lasciare più sufficienti spazi a sedere; bisognerebbe vedere, protocolli di sicurezza di vario tipo permettendo, se fosse possibile ingrandire tale spazio o dividerlo su altre piazze (d’Armi? Butto là), magari suddividendo tra prodotti nostrani ed altri internazionali, in modo da lasciare piena l’offerta e dare uno spazio per tutti. Questo anche per tutti i visitatori che sono giunti da fuori città, e che sempre si stupiscono dei bei luoghi che Pinerolo abbia da offrire: ora che le visite sono arrivate, si tratta di mantenerle, e l’unico sistema sta nel fornire servizi sempre migliori.
Ma secondo me il problema maggiore sta nella poca artigianalità di alcuni spazi, artigianali compresi: a mio avviso, e da quanto sentito anche di vari pinerolesi, il punto focale della manifestazione non dovrebbe stare in una esposizione stretta commerciale di prodotti o servizi, ma una dimostrazione attiva dei medesimi, in modo come si diceva sopra molto più attivo. Ci sono, è vero, coloro che lavorano il legno od altri materiali: bene, mettiamone di più, diamo spazio alle produzioni in loco di prodotti, anche piccoli, ma facciamo sì che sia l’evento stesso il luogo dove prendano vita, e non solo dove vengano mostrati. Perché il bello del lavoro artigianale sta propriamente nel vederlo all’opera.
E’ chiaro che il primo pensiero che si possa fare al proposito è quello del “la crisi vi è, e pure non poco, gli artigiani già scarseggiano ergo non si può pensare di trovarne abnormi quantità”, però secondo me proprio per questo bisognerebbe sempre più mostrare, evidenziare, far capire a tutti quali siano quelle lavorazioni, come funzioni, quanto tempo e passione, e sudore vi è dietro. Utilizzare l’evento proprio a tali scopi, magari prendendo l’occasione per piazzare qualche piccolo stand dedicato a quanto la stessa città abbia da offrire, sia sul piano turistico museale che naturale, momenti visti ad esempio nel corso di Dire Fare Ecosolidale e meno in questa sede, che è proprio quella con la maggiore affluenza di pubblico.
Chiudo quindi questo sguardo non di aspra critica, ma bensì di sprone al miglioramento al di là dei fondi necessari, lasciandovi alla consueta galleria fotografica, ma pure al vostro stesso commento: cosa vorreste dall’Artigianato? Siete d’accordo o meno con i punti discussi? A Pinerolo la parola, o, per essere tecnologici, il Play!