Un piccolo resoconto di Parlo-mè Fort! – S’amusar emsemp”, una delle molte interessanti attività legate alla Settimana del Francese e del Patois 2016 a cura di Associazione Balancè. Domenica 13 marzo presso la Porta Reale, massiccio fabbricato in pietra all’interno del Forte di Fenestrelle, il francese e l’occitano si sono sviluppati secondo tante, tante declinazioni diverse.
Una quella musicale, che apre il pomeriggio con gli abili danzatori del Bal de Sabre, antica coreografia tradizionale al ritmo del tamburo da parte di personaggi in maschera e costumi di un tempo: articolati passaggi tra spade e nastri, per un effetto visivo tramandatosi con gli anni e sempre più riaffinato. A proposito di danze, pieno spazio anche per il gruppo Femminile di Balli tradizionali di Fenestrelle, così come le ballate che hanno animato buona parte della giornata grazie ai musicisti de La Teto Aut ed Associazione La Meiro.
Altro vivace modo per riprendere queste lingue più diffuse nel passato tra le nostre valli quello del racconto: è la stessa Teto Aut a portare in scena un momento parlato in cui oltre ad ascoltare si parla, si interagisce con la vicenda, rendendo familiari e ridando fluidità di orecchio alle cadenze di un tempo.
Infine vi è il metodo ludico, sospeso tra tradizione e modernità: nello specifico si tratta del “Gioco del Sold”, versione occitana del gioco dell’oca, realizzato a grandezza naturale da Libera Associazione delle Valli Chisone e Germanasca, con ottime illustrazioni e dadi giganti, e di “Escartons”, inedito gioco da tavolo di stile più moderno, ambientato perlappunto sui monti verso la fine del 1300, realizzato ad opera di Roberto Toia (ovvero lo stesso brutto ceffo che sta scrivendo il pezzo).
Divertimento quindi per ogni età, supportato dallo splendido paesaggio di un Forte innevato; si consiglia il bis partecipando alle altre tante attività della Semaine, noi nello specifico ci ritroviamo per la giornata dedicata ai giovani con tanta buona musica di sabato 19.
Segue galleria foto di PineroloPlay (con simbolo) e Simona Pons (senza simbolo)
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