INAUGURA IL NUOVO MUSEO STORICO VALDESE DI TORRE PELLICE,
l’unico museo al mondo che racconta sotto tutti gli aspetti gli oltre otto secoli di storia valdese
Taglio del nastro mercoledì 31 ottobre – giorno della Riforma protestante –
alle ore 17,30 a Torre Pellice, via Beckwith 3
Percorso museale che culmina nella torretta panoramica aperta sulle Valli valdesi
e
mostra dell’artista Paolo Paschetto, ideatore dell’emblema della Repubblica Italiana
L’INAUGURAZIONE
Mercoledì 31 ottobre – giorno in cui in tutto in mondo si ricorda la Riforma protestante – a Torre Pellice – “capitale” delle Valli valdesi del Piemonte (Val Pellice, Val Chisone e Val Germanasca), nominata nel 2017 “Città Europea della Riforma” dalla Commissione delle Chiese Protestanti in Europa e già definita “piccola Ginevra italiana” da Edmondo De Amicis, a un passo dalla Pinerolo olimpica del 2006 – verrà inaugurato il nuovo Museo Storico Valdese.
Grazie al contributo della Tavola Valdese (Otto per mille), della Regione Piemonte e della Società di Studi Valdesi, il sostegno degli sponsor tecnici iGUZZINI e Wunderhaus e il patrocinio del Comune di Torre Pellice, il completo rifacimento del Museo Storico Valdese – fondato con il nome di Musée Historique Vaudois nel 1889, in occasione del bicentenario del “Glorioso Rimpatrio”, il vittorioso rientro dalla Svizzera nelle Valli natie dei valdesi esiliati dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II – è stato progettato dagli architetti Margherita Bert e Massimo Venegoni, autori di numerosi interventi su strutture storiche museali quali quelle del Forte di Bard (Aosta).
A illustrare logiche, motivazioni, linee guida, obiettivi e fili conduttori di un progetto di profonda trasformazione architettonica, espositiva e comunicativa che cambia in modo sostanziale – ad esempio attraverso la destinazione museale della torretta panoramica aperta sulle Valli valdesi – le caratteristiche di un’istituzione nata oltre un secolo fa per conservare un patrimonio che discende da una specifica identità culturale e di fede, interverranno: Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese, Erika Tomassone, Presidente della Fondazione Centro Culturale Valdese, Dino Carpanetto, Presidente della Società di Studi Valdesi, Davide Rosso, Direttore della Fondazione Centro Culturale Valdese – Museo Storico Valdese, e Daniele Jallà, Consigliere Nazionale dell’International Council of Museums ICOM Italia.
L’appuntamento è alle ore 17,30 di mercoledì 31 ottobre a Torre Pellice, presso l’ex Convitto Valdese di via Beckwith 3, in cui nel 1989, terzo centenario del Glorioso Rimpatrio, l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inaugurò la sede di quella che sarebbe stata la Fondazione Centro Culturale Valdese (FCCV), a cui il Museo afferisce. Alle ore 18,45 taglio del nastro, visite guidate (info e prenotazioni: http://www.fondazionevaldese.org – 0121 932179) e apertura della mostra dell’artista protestante Paolo Paschetto (1885 -1963), vincitore del concorso per l’emblema della Repubblica Italiana, e rinfresco.
LE DICHIARAZIONI
Davide Rosso, Direttore della Fondazione Centro Culturale Valdese – Museo Storico Valdese racconta: “Il nostro è un museo con una storia di 129 anni, nato nel 1889 in occasione di un importante bicentenario, come museo del patrimonio condiviso della comunità valdese. Sono otto secoli di storia di una minoranza religiosa per molto tempo perseguitata come eretica e radicata in un piccolo e remoto territorio di montagna, ma da sempre inserita nel più ampio contesto internazionale. Con l’avvicinarsi, nel 2017, del cinquecentenario della Riforma protestante, a una trentina d’anni dall’ultimo allestimento, abbiamo cominciato a pensare che occorreva darsi strumenti nuovi per raccontare la storia valdese. Quello che presentiamo oggi non è un semplice riallestimento del vecchio museo con strumenti più moderni, ma è un vero e proprio nuovo museo, in cui la comunità valdese rappresenta, sì, sé stessa, ma è anche, e forse soprattutto, un museo “autoriale”, ovvero un museo che per ciascun periodo ha uno o più studiosi a curarne i contenuti: il nuovo Museo Storico Valdese è un museo costruito dalla comunità valdese insieme alla comunità scientifica degli storici. Con gli architetti Margherita Bert e Massimo Venegoni abbiamo poi pensato a un percorso che in alcuni suoi tratti fosse evocativo, e non solo scientificamente esatto e aggiornato: oltre che sull’intervento architettonico vero e proprio, sull’uso degli spazi museali e sul ritmo che deriva dalla loro distribuzione, abbiamo lavorato sul territorio in cui nei secoli le vicende si sono sviluppate nelle nostre Valli, e questo con l’uso di mappe e di strumenti multimediali e, soprattutto, con la creazione di un accesso museale alla storica torretta panoramica dell’edificio, dove interno ed esterno si incontrano e si rimandano l’un l’altro”.
Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese – l’organo di amministrazione della Chiesa Valdese, nominato annualmente dal Sinodo valdese – aggiunge: “i musei hanno la necessità di essere rinnovati e ripensati, più o meno profondamente, per stare al passo con le innovazioni tecnologiche e con il mutare degli interessi di chi li visita, anche se il tema centrale della loro mission non cambia. Qual è la mission del Museo Storico Valdese di Torre Pellice? È quella di raccontare la vicenda appassionante di una minoranza religiosa che è anche uno specchio del mutare nei secoli della società italiana ed europea sui temi dei pregiudizi e delle libertà. Un museo ‘valdese’ sì, ma anche ‘piemontese, italiano ed europeo’, un pezzo di storia e di attualità che spiega il continuo interesse di visitatori italiani ed esteri e il sostegno delle istituzioni pubbliche e private, che ringraziamo”.
Erika Tomassone, Presidente della Fondazione Centro Culturale Valdese, conclude: “abbiamo voluto fin dall’inizio che il nuovo Museo Storico Valdese avesse un avvio collettivo con la consultazione di persone portatrici di interessi diversi per la storia valdese e per il territorio delle Valli valdesi: membri delle chiese locali, volontari responsabili dei piccoli musei aperti in molte piccole località e collegati tra loro nel Sistema Museale Eco-storico delle Valli valdesi, operatori turistici e amministratori. Un avvio dal basso, dalla capacità immaginativa collettiva, che è proseguito con il confronto tra la Fondazione Centro Culturale Valdese, il gruppo degli storici e gli architetti. Il Museo che offriamo al territorio e a tutti coloro che verranno a visitarlo, anche da molto lontano, è sia un primo approccio alla storia valdese che una sua rilettura, anche per una riscoperta del nostro territorio e della storia che testimonia”.
L’IMPIANTO DEL MUSEO E LA CRONOLOGIA VALDESE
Unico al mondo a ripercorrere gli oltre otto secoli di storia valdese attraverso due continenti, l’Europa e le Americhe, il nuovo Museo Storico Valdese di Torre Pellice propone un percorso – spesso evocativo, come ad esempio nella torretta panoramica aperta sul territorio della storia valdese – da intendersi come un continuum narrativo, articolato in 6 grandi sezioni temporali classiche – dal Medioevo al Novecento – che, snodandosi per unità di senso intorno a temi e concetti chiave, fa riferimento alla specifica cronologia degli avvenimenti valdesi, inserendoli nel contesto più generale anche con l’aiuto di brevi testi a cura di studiosi, specialisti ed esperti in grado di proporne un’interpretazione storica rigorosa e aggiornata:
Medioevo: dalla radicale conversione, intorno al 1174, del mercante Valdo di Lione – dal quale il movimento valdese ha preso origine – alla crociata contro l’eresia valdese promossa nel 1488 in Val Pragelato da papa Innocenzo III, passando per le prime condanne e le prime persecuzioni (sezione a cura di Lothar Vogel con Francesca Tasca);
Cinquecento: dall’adesione alla Riforma protestante nel 1532 alla prima guerra di religione contro i valdesi del duca Emanuele Filiberto di Savoia (1560-61), con un’area dedicata alla ricostruzione di un antico tempio valdese (sezione a cura di Susanna Peyronel con Davide De Franco);
Seicento: dagli editti che progressivamente limitano i diritti dei valdesi, ai tentativi di conversione al cattolicesimo e ai massacri, tra cui le cosiddette “Pasque Piemontesi” del 1655, che ebbero larga eco in tutta l’Europa protestante, con uno spazio dedicato all’esilio in Svizzera e al successivo Glorioso Rimpatrio (sezione a cura di Claudio Pasquet e Albert de Lange con Samuele Tourn Boncoeur);
Settecento: dal reinsediamento nelle Valli natie alla parentesi di libertà dell’occupazione francese e napoleonica in Piemonte (sezione a cura di Dino Carpanetto con Davide De Franco);
Ottocento: dalla Restaurazione alla partecipazione dei valdesi al Risorgimento e all’impegno per l’alfabetizzazione e l’evangelizzazione dell’Italia unita, passando per il grand tour dei viaggiatori inglesi nelle Valli, la concessione albertina dei diritti civili e politici nel 1848, le emigrazioni in Francia, Uruguay, Argentina e Stati Uniti, con uno spazio dedicato alla storia dell’istruzione e delle scuolette di borgata (sezione a cura di Gian Paolo Romagnani con Simone Baral).
Novecento: partizione incentrata sui temi – tuttora fondamentali per il mondo protestante – dell’ecumenismo, della democrazia e della diaconia, fino al 1984, anno della firma delle Intese tra lo Stato Italiano e le Chiese valdese e metodista. (sezione a cura di Davide Rosso e Filippo Maria Giordano).
LA TORRETTA PANORAMICA APERTA SULLE VALLI
In un alternarsi di ambienti espositivi diversi e fortemente caratterizzati – stanze, passaggi, corridoi, ma anche nicchie e finestre, simboliche strettoie e spazi immersivi –, dal primo piano il percorso museale sale alla torretta panoramica dello storico edificio dell’ex Convitto valdese costruito negli anni Venti del Novecento su progetto dell’architetto Emilio Decker. Aperta su tre lati – con affacci a est, sud e ovest –, la torretta immette nel Museo la geografia del territorio circostante, fino a raggiungere idealmente i luoghi che videro i momenti principali della storia valdese in uno scenario che, dalla direzione di Lione, città d’origine di Valdo, l’iniziatore del movimento valdese, passa per Chanforan, il grande prato in cui l’assemblea dei valdesi decise l’adesione alla Riforma protestante, per Sibaud, dove i valdesi, rientrando dall’esilio in Svizzera, fecero giuramento di fedeltà reciproca, giungendo alla Torino in cui, nel 1848, Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, concesse i diritti civili e politici ai valdesi e, poco dopo, agli ebrei. Oltre alla vista a 270° dalle grandi trifore della torretta, sono le mappe e, prossimamente, gli allestimenti multimediali, a immergere con immediatezza i visitatori nella storia e nella geografia valdese.
LA MOSTRA DI PAOLO PASCHETTO E LO SPAZIO PER LE ESPOSIZIONI TEMPORANEE
All’area museale comprensiva di torretta panoramica e a quella della biglietteria e del bookshop, si affianca un ampio Spazio per le esposizioni temporanee, finalizzate allo studio e alla valorizzazione del patrimonio museale, che per l’inaugurazione propone un’ampia esposizione – a cura della Fondazione Centro Culturale Valdese – dalla Collezione di opere dell’artista protestante Paolo Paschetto (1885 -1963) – vincitore del concorso per l’emblema della Repubblica Italiana, ideatore di molte serie di francobolli di Stato, di fregi e pitture per il Ministero della Pubblica Istruzione a Roma, nonché delle decorazioni dell’aula sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice, del Tempio valdese e della Chiesa metodista di Roma –, che con oli, acquerelli, guazzi, xilografie e linoleumgrafie illustrò il paesaggio, gli abitanti, i costumi e le tradizioni delle Valli valdesi.
GLI ALTRI SPAZI DEL MUSEO E IL PATRIMONIO CULTURALE UNITARIO VALDESE
Completano il Museo, il Deposito visitabile, dove è prevista l’esposizione a rotazione di alcune specifiche collezioni museali, come quella di africanistica, legata ai missionari valdesi attivi nel continente africano, e una di reperti archeologici di provenienza greco-romana, oltre a una Sala incontri, per lezioni, conferenze, presentazioni.
Arricchisce infine l’offerta museale l’ampia Sezione etnografica che illustra la vita delle comunità valdesi valligiane nei secoli XIX e XX.
Oltre agli oggetti fisicamente esposti negli spazi del Museo Storico Valdese, capofila del Sistema Museale Eco-storico delle Valli valdesi, sono inoltre parte integrante del patrimonio culturale unitario valdese, i circa 90.000 volumi di storia, in particolare valdese ed evangelica, teologia, soprattutto protestante, filosofia e religione della Biblioteca Valdese e le circa 35.000 fotografie di rilevante importanza documentale e artistica dalla metà dell’Ottocento in poi sulle Valli valdesi del Piemonte e la vita delle chiese custodite nell’Archivio Fotografico, entità gestite dalla Fondazione Centro Culturale Valdese, che edita inoltre i volumi della collana “Quaderni del Patrimonio Culturale Valdese” e organizza mostre e incontri.
I REPERTI PRINCIPALI
Tra i principali reperti esposti – come spiega il Conservatore del Museo Storico Valdese, Samuele Tourn Boncoeur – ci sono: “Documenti, incisioni, libri, tra cui la prima edizione della cosiddetta ‘Bibbia di Olivetano’, che i valdesi fecero tradurre in francese dalle lingue originali, una delle preziose 110 cinquecentine della Riforma, in particolare tedesca e svizzera, del misterioso fondo di Sr. James R. Simpson, che tanto colpì Umberto Eco, cittadino onorario di Torre Pellice; armi, tra cui la beidana, tipico strumento da taglio derivato dalla roncola, e la colubrina del “bandito” valdese Giosuè Gianavello che, dopo le stragi del 1655, difese le borgate di montagna dalle truppe del duca di Savoia, redigendo anche una sorta di primo manuale di istruzioni di guerriglia; bandiere, tra cui il vessillo di famiglia di Henri Arnaud, condottiero del Glorioso Rimpatrio, o gli stendardi celebrativi delle concessioni albertine ai valdesi; e cimeli vari, tra cui le medaglie di Luigi XIV, re cristianissimo che, con la revoca dell’Editto di Nantes nel 1685, diede il via alle persecuzioni degli ugonotti nel Delfinato e nelle valli di Susa e Chisone, allora francesi, persecuzioni che, ben presto, varcarono il confine con il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, colpendo i valdesi della Val Pellice e Germanasca fino a costringerli all’abiura o all’esilio; così come la gamba di legno del generale John Charles Beckwith, grande benefattore dei valdesi, soprattutto nell’ambito della costruzione di scuole e templi, che perse l’arto nella battaglia di Waterloo”.
IL PROGRAMMA DEL 31 OTTOBRE
Inaugurazione del Museo Storico Valdese: mercoledì 31 ottobre in via Beckwith 3, a Torre Pellice.
Ore 17,30: Saluto delle Autorità e presentazione a cura della Fondazione Centro Culturale Valdese
Interverranno Sergio Chiamparino, Presidente Regione Piemonte, Eugenio Bernardini, Moderatore Tavola Valdese, Erika Tomassone, Presidente Fondazione Centro Culturale Valdese, Dino Carpanetto, Presidente Società di Studi Valdesi, Davide Rosso, Direttore Fondazione Centro Culturale Valdese – Museo Storico Valdese, e Daniele Jallà, Consigliere Nazionale dell’International Council of Museums ICOM Italia.
Ore 18,45: Taglio del nastro e inizio visite guidate al Museo Storico Valdese
Negli spazi del Museo Storico Valdese sarà inoltre possibile visitare la mostra dell’artista Paolo Paschetto.
A seguire rinfresco.
Inoltre, alle ore 20,30 – in occasione della giornata in cui in tutto il mondo si ricorda la Riforma protestante – nel Tempio valdese di via Beckwith 4, di fronte all’edificio che ospita il Museo, si terrà il culto a cura delle Chiese valdesi della Val Pellice, accompagnato dalle relative Corali.
GLI ORARI DEI GIORNI SUCCESSIVI
Da giovedì 1° novembre a domenica 4:
Apertura speciale con visita del Museo Storico Valdese dalle ore 15,00 alle 18,00.
Visite guidate gratuite dalle ore 16,30.
Biglietto per Museo e mostra: 3 euro.
Successivamente il Museo sarà aperto da giovedì a domenica dalle ore 15 alle 18,00.
Biglietto per Museo e mostra: 6 euro.
La mostra di Paolo Paschetto sarà visitabile fino a fine anno.
Info e prenotazioni: http://www.fondazionevaldese.org e 0121 932179 dal martedì al venerdì dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00.