Questa settimana a Stranamore…
venerdì 11 maggio, ore 22.30
Pink Floyd Night
I Background portano a Stranamore una selezione di brani che hanno fatto la storia della Musica. Qualcuno ci ha chiesto se sono bravi questi Background e abbiamo risposto che per fare i Pink Floyd non hai scelta, devi esserlo per forza, altrimenti fai altro. Non a caso sono 7 musicisti, tutti con una certa esperienza. Per chi come noi è un amante del genere, la serata è imperdibile!
ingresso riservato ai soci Arci
sabato 12 maggio, ore 22.30
Nicolas J. Roncea in concerto
Nicolas J. Roncea ha i documenti francesi ma è cresciuto in Italia, in provincia di Cuneo. Il suo è un folk intimo e sincero influenzato dalle grandi band e songwriter americani e britannici anche se poi ascolta punk californiano e rock anni ’90.
Membro di Fuh e Io Monade Stanca dai primi anni 2000 ad oggi ha suonato ad alto volume in quasi tutta Europa e aperto concerti per Acrtic Monkeys, The National, Tunng, Marissa Nadler e molti altri (davvero vi interessa?).
Dal 2010 ad oggi ha pubblicato con il suo progetto solista 3 album e 2 ep. Recentemente ha fatto un tour in duo con Carmelo Pipitone (chitarrista di Ork, Marta Sui Tubi) che gli ha insegnato a bere di più. Nel suo disco “Old Toys” (2012) hanno collaborato membri di Verdena e Marta Sui Tubi.
Dopo aver lavorato con etichette, agenzie di booking e uffici stampa ha deciso che fare da solo è meglio. Dal vivo esprime il suo disagio in musica e a parole. Non sai se ridere o no insomma.
Ingresso riservato ai soci Arci
Proviamo insieme a realizzare un sogno
Hamadu è in Italia da 6 anni, da due è a Stranamore , inizialmente grazie ad un progetto di integrazione gestito dalla Diaconia Valdese, ora come apprendista. Tutti lo conoscono come il “birichino” del gruppo, grande appassionato di berretti appariscenti e acconciature improbabili. Impossibile tenere il conto di quante stoviglie abbia rotto in questi anni, spesso lo si vede girare orgogliosamente per il Circolo con il suo grembiule preferito che lo identifica come “cuoco nazionale” con tanto di bandiera italiana. Se gli chiedi quante fidanzate abbia: ride a crepapelle. Ma cosa vuol dire avere poco più di vent’anni in un Paese straniero, lontano dalla propria famiglia e nessuna possibilità di andarla a trovare dopo aver affrontato quello che lui chiama “il viaggio” attraverso gli orrori dell’umanità e i trafficanti libici? (per chi vuole approfondire consigliamo un articolo di qualche anno fa che trovate cliccando qui)
Evitando volutamente di soffermarci sugli aspetti tragici delle migrazioni africane, abbiamo cercato di immaginare noi stessi nella stessa situazione. A vent’anni. Consapevoli che non siamo in grado di cambiare il mondo, crediamo fermamente nei micro-progetti, quelli fattibili, quelli che con poco si riesce a fare molto. E così ci viene un’idea: “E se trovassimo noi i fondi per mandarlo a trovare la sua famiglia?”
Vuoi dare una mano a realizzare un sogno? Ecco cosa puoi fare:
una donazione presso il Circolo, qualunque cifra sarà apprezzatissima e utile!
A proposito di Guinea Bissau, ci siamo accorti che sapevamo ben poco di questo Paese, nemmeno esattamente dove fosse, così siamo andati a cercare qualche informazione e abbiamo scoperto che:
la Guinea Bissau è uno dei più piccoli paesi dell’Africa continentale, un angolino di Mondo affacciato sull’oceano Atlantico, schiacciato tra il Senegal e la Guinea. Colonia portoghese fino al 1974 (l’altroieri praticamente) è tutt’ora governato dal partito PAIGC che ha condotto la lotta per l’indipendenza, che però è piuttosto instabile e diviso al suo interno. Alla fine degli anni ’90 c’è stata una terribile guerra civile che ne ha minato definitivamente l’economia. Si susseguono fino ad oggi anni di tensione con colpi di stato, violenze sulla popolazione, corruzione e povertà. Ad oggi non c’è la guerra (fatto che non consente ai migranti di ottenere lo stato di rifugiati politici) ma resta uno dei 20 paesi più poveri al mondo. Come se non bastasse, quasi il 30% della cocaina consumata annualmente in Europa attraversa l’Africa occidentale: Bissau, che si trova a metà strada tra il Brasile e la Penisola iberica, rappresenta il ponte per il traffico illecito di droga che dal Sudamerica arriva in Europa via Spagna. Il tasso di mortalità infantile in Guinea Bissau è il settimo più alto nel mondo: un bambino su dieci muore prima di aver compiuto il primo anno di età, uno su sei prima di averne compiuti cinque. Le maggiori cause sono malattie curabili, quali infezioni alle vie respiratorie, diarrea o malaria.
I Guineani vivono per lo più di pesca ed agricoltura, ampiamente diffusa la pratica del baratto. Ci sarebbero anche discrete risorse, tra cui il petrolio, ma non ci sono infrastrutture e mezzi economici per estrarle (forse meglio così visto che raramente le popolazioni del terzo mondo ne traggono vantaggio).
Il turismo rappresenterebbe un’opportunità enorme, ma sono pochissimi i viaggiatori che si avventurano in Guinea Bissau, scoraggiati dalla difficoltà dei trasporti, lo stato delle strade (e la presenza dei militari armati), la difficoltà nel reperimento di medicinali e assistenza in caso di necessità. Peccato perché è un paese meraviglioso, dove a causa dell’isolamento sono rimasti intatti miriadi di villagi, tradizioni, cerimonie e l’arcipelago delle Bijagos, 88 isolette di fronte alla costa che sono dei paradisi terrestri di fine sabbia bianca dove enormi tartarughe depongono le uova indisturbate e vivono gli unici esemplari del pianeta di coccodrilli e ippopotami marini. Però che tristezza, pensare che per preservare il pianeta dal devastamento del turismo, siano necessarie condizioni di tale gravità. Un altro spunto di riflessione per tutti noi.
articolo a cura di Elena Patrone, da un’iniziativa di Marta Bruno
nell’immagine qui sotto: le rotte dei migranti africani
per chi desidera approfondire consigliamo il libro “Mamadou va a morire”, di Gabriele del Grande, Infinito Edizioni
tra le ONLUS che si occupano della Guinea Bissau segnaliamo Mani Tese
mostra personale di Laura Bruno
Giovanissima pinerolese, espone per la prima volta le sue tele a Stranamore.
Dal 7 aprile al 19 maggio.
Ingresso riservato ai soci Arci