Una prima volta per la nuova mostra al Castello di Miradolo, imperniata sulla figura di Fausto Melotti: in primis per il connubio diretto tra arte contemporanea e musica, con un allestimento volto a inserire ogni pezzo esposto in un contesto suggestivo e unico, con attenzione costruito in modo da far ruotare le note tra i vari angoli della stanza. Prima volta poi in cui la mostra stessa si adatta ai più piccoli, con cartellonistiche apposite ed attività creative poste all’altezza di un metro da terra, in modo che pure loro possano comprendere quest’arte molto figurativa, e perchè non venirne ispirati per realizzare qualcosa di loro.
Le opere dell’artista di Rovereto si uniscono poi a diverse altre di suoi più o meno diretti ispiratori, dal Munari a Mirò, a Depero giusto per fare qualche nome importante dell’arte del Novecento, in un unico discorso di visita che ci porta a capire anche più genericamente le influenze del periodo: forme e disegno arrivano alla loro essenza sia sul piano pittorico che della scultura, dove materiali anche poveri vengono uniti per creare effetti particolari di composizione, ma pure di luce. Le ombre stesse infatti sono parte integrante dell’insieme, sottolineate da disposizioni precise di fari fissi e mobili.
Vi lascio dunque agli orari della mostra ed alla presentazione ufficiale, per qualche altra curiosità artistica e storica:
Orari
Dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018
Venerdì, ore 14.00/18.30
Sabato, domenica e lunedì, ore 10.00/18.30
Tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione.
Costi
Intero 10 euro
Ridotto gruppi e convenzionati 8 euro
Ridotto 6/14 anni 5 euro
Gratuito bambini fino a 6 anni e Abbonati Musei
Speciali tariffe per le famiglie e per i visitatori del Parco
Pittura, arti plastiche, musica, letteratura, fotografia, si sono incontrate e contaminate, nelle sale dell’antica dimora, a San Secondo di Pinerolo, dove la Fondazione Cosso ha sperimentato forme espressive sempre nuove, anche con l’ausilio del digitale e delle moderne tecnologie. La musica, in particolare, ha accompagnato il lavoro di questi anni fino all’importante mostra Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura che aprirà al pubblico l’11 novembre, in occasione della quale questo legame si approfondisce.
Artista poliedrico – insieme scultore, pittore, ceramista, scrittore, grande appassionato di musica – Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986) è stato uno dei protagonisti dell’arte del Novecento.
La mostra, curata da Francesco Poli e Paolo Repetto, vuole sottolineare i due principali aspetti della ricerca di Melotti: da una parte i temi connessi alla sua profonda ispirazione musicale, dall’altra quelli con valenze più narrative, mitiche, favolistiche.
Attraverso l’esposizione di oltre 80 opere – dalle ben note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e alle opere dipinte, prevalentemente tecniche miste su carta (e anche su pannelli in gesso) – il percorso espositivo, che si sviluppa in quattordici storiche sale del Castello, illustra il suo iter creativo, anche grazie ai suoi bellissimi pensieri ed aforismi.
Una sezione centrale intitolata Assonanze, vede dialogare le sue opere con quelle di vari grandi artisti, in particolare quelli da cui è stato influenzato, e quelli di cui è stato amico: Fortunato Depero, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Paul Klee, Vassili Kandinsky, Joan Miró, Alexander Calder, Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Atanasio Soldati, Ezio Gribaudo.
Il progetto artistico Avant-dernière pensée propone in occasione di questa mostra una propria riflessione sull’arte di Melotti, la musica e il tempo presentando un’inedita installazione sonora che si pone in dialogo con le opere, insieme ad una suggestiva narrazione temporale attorno ad alcune sculture, protagoniste di un disegno di luci in movimento.
L’installazione sonora nasce dalle affinità tra il linguaggio scultoreo di Melotti e la musica, intesa come “occupazione armonica dello spazio”, ed ha come cuore le note e soprattutto i silenzi della rara partitura 44 Harmonies from Apartment House 1776, composta da John Cage nel 1976 (Fausto Melotti muore nel 1986, dieci anni dopo) e presentata nella versione per quartetto d’archi di Irvine Arditti.
L’originale di Apartment House 1776 è stato composto per il Bicentenario degli Stati Uniti e eseguito congiuntamente dalle orchestre di Boston, Chicago, Cleveland, Los Angeles, New York e Philadelphia in tutto il Paese nel 1976. In questo brano, John Cage segue il principio del “MusiCircus”, la “molteplicità dei centri”, che descrive come “diversi pezzi eseguiti contemporaneamente, invece che uno alla volta”.
Questa “molteplicità di centri” della scrittura del brano, essenziale e pulita e la cui tessitura libera rievoca i pieni e i vuoti delle sculture di Melotti, si incontra nell’inedito sistema di diffusione del suono, concepito perché i quartetti d’archi si articolino nello spazio delle sale espositive, a comporre una grande e suggestiva scultura sonora.
Il visitatore che attraversa le sale del Castello di Miradolo può osservare inoltre alcune delle sculture di Melotti divenire protagoniste di un disegno di luci in movimento, grazie ad un’illuminazione esclusiva appositamente concepita e realizzata, che si lega a quella teatrale e puntuale delle opere e degli spazi espositivi. La luce segue, nel movimento, le direzioni orizzontali di lettura nel rispetto della costruzione dell’autore, sovrappone le forme reali e materiche con le proprie proiezioni nella dimensione verticale e, insieme, dichiara la transitorietà del tempo sull’opera.
La riflessione sul tempo in mostra, sul tempo dell’esperienza e dell’incontro con l’arte, porta con sé inoltre una grande novità: per la prima volta la Fondazione Cosso presenta uno speciale allestimento per i più piccoli, le scuole e le famiglie, dal titolo “Da un metro in giù”. Letteralmente da un metro di altezza in giù, gli spazi espositivi si compongono di pareti tattili e sensoriali, di quadri luminosi, di elaborazioni stilizzate delle opere da completare. I pavimenti si trasformano in scacchiere di narrazioni e personaggi immaginari; frammenti di suoni o musica si succedono in esperienze di ascolto nuove e misteriose.
Ogni famiglia che entra nelle sale del Castello di Miradolo lascia una traccia del suo passaggio e, richiedendo lo speciale “Gioco dell’arte”, può vivere la visita in modo creativo, oltre la mostra. Gli studenti sono ospitati nelle sale, accanto alle opere, e all’interno di spazi appositamente riservati alla formazione, all’interazione con contenuti multimediali e alla realizzazione di manufatti d’arte ispirati all’opera di Melotti.
Alcune creazioni dei bambini e delle famiglie troveranno posto nelle sale, dove racconteranno dell’esperienza vissuta da ciascuno, secondo le proprie inclinazioni, aspettative, visioni.