E’ tornata la Maschera di Ferro a Pinerolo: il tradizionale salto nel tempo verso il 1600, tra nobili e cortigiane, artigiani e popolane. Un’edizione questa del 2016 molto tradizionale, con qualche sprazzo sicuramente di originalità, ma sta cominciando a rendersi davvero necessario il cercare di innovare qualcosa.
Ma spieghiamoci meglio osservando l’evento nel dettaglio, come nostro solito.
L’evento
Si parte come sempre nel sabato pomeriggio, che ha fatto presumere a tutti il peggio con una pioggia non voluta, ma che fortunatamente si lascia alle spalle per una serata e domenica all’insegna del bel tempo. La notte di Pinerolo diventa così quella “delle streghe”, mescolando qualche novità al passaggio dei gruppi dei figuranti, così come una piccola anteprima dello spazio dedicato ai popolani, con antichi mestieri e balli in gruppo. Già qui però troviamo una delle parti d’eccellenza di quest’anno: menzione d’onore va infatti data al gruppo storico di San Marino “Fera Sancti”, che ha messo in scena combattimenti medievali rudi e crudi, gestiti con grandi coreografie e dando una carica di energia al pubblico. Ritornano anche nella giornata di domenica e nel piazzale finale, ma il meglio lo danno proprio col calare delle tenebre, quando incendiano le mazze (e le spade!), per duelli pirocinetici che lasciano senza parole.
Si arriva quindi alla domenica, dove, e qua punto dolente, tutto è facilmente raggiungibile poichè quasi uguale allo scorso anno: via Principi con popolani, antichi mestieri ed a salire verso il pozzo Lord of the Birds (un rapace) e il Ciarlatan (con il boa); poi ancora gruppi teatrali ed a salire la cella della Maschera di Ferro, che saluta i passanti dalle grate della sua finestra. Poi piazza del Duomo con spettacoli di danza e canto, ed annullo filatelico.
Passaggio poi per piazza Facta con gli spettacoli del circo acrobatico di Sportica, la veggente che legge i tarocchi ed i giochi tradizionali in legno con l’acchiappabottiglie, la gogna e l’acchiappanoce.
Sempre d’impatto la sfilata finale verso piazza Vittorio, con il passaggio di tutti i gruppi, il meglio dagli spettacoli già visti in piazza e lo svelamento della Maschera di Ferro, quest’anno un simpaticissimo Ettore Bassi, a teatro a Torino, e che coglie il suo spirito di presentatore per portare sul palco anche tutti gli organizzatori, il regista storico Oddoero, il sindaco Salvai e gli assessori a Cultura e Manifestazioni, chiudendo la bella giornata con le foto di rito.
Conclusioni Finali
Visto l’evento nella sua completezza, non possono però non arrivare alla mente alcune riflessioni, positive e meno, ma è bene inserirle tutte.
Il lavoro dell’Associazione è sempre molto grande e preciso, dove tutte le aree si incastrano in un puzzle ben strutturato, il che viene ovviamente premiato da un gran passaggio di pubblico. Pubblico che spesso approfitta del momento proprio per venire per la prima volta a Pinerolo, rimanendo stupefatto dalla bellezza del suo centro storico e della piazza del Duomo (cose orecchiate veramente nella folla serale).
Ma appunto la folla che si è creata attorno ad alcune aree particolari mi dà il primo spunto di riflessione: è arrivato il caso di iniziare ad innovarsi, come prima cosa trovando qualche altro piccolo elemento (un po’ come nel presepe) da inserire in spazi che spesso restano vuoti o con meno attrazioni rispetto ad anni precedenti. Perdura ad esempio la sparizione della scuola di scherma, così come il mercatino dei prodotti in stile medievale e seicentesco, che bene o male aiutavano a dare un senso di riempimento maggiore. Più cose poi si mettono in campo, più anche le persone vanno a disperdersi, riuscendo così ad evitare eccessivi carichi davanti ad una singola cosa, e dilatando il fenomeno simpaticissimo della… non lo so, io la chiamo “la gente che guarda il niente”, con persone che si fermano in posti dove evidentemente non vedono nulla dello spettacolo in corso, ma ne sentono la musica ed a loro basta per partecipare. Scherzi a parte, gli spazi ci sono ed abbondano, e sarebbe anche modo per mostrare più di una parte della città, o di lasciare spazi solo come di passaggio.
Ricordo poi come negli anni ci sia stato qualche momento di maggiore curiosità: si inventò il lazzaretto dei lebbrosi, o le torture del ‘600, ed unire tutte queste parti insieme sarebbe veramente ancor più di impatto.
Lungi da me andare a criticare chi organizza, che si fa il consueto mazzafrusto così per dirla alla seicentesca, e credo anche con fondi relativi: ma avendo visto anche i bei problemi da affrontare quando non tutti possono partecipare all’organizzazione, bisognerebbe trovare una qualche quadra. Tipo facendo partecipare anche nuove leve al momento (che si dimostra interessante anche per molti giovani), e trovando una metodologia aggiuntiva per qualche introito in più, magari con giochi dedicati (extra lotteria), oppure raccolte fondi ad hoc: è il momento più acceso di Pinerolo, non credo che nessun pinerolese si esenti dal partecipare anche solo in piccolo.
Si tratta quindi di evitare un fenomeno fin troppo sentito, di persone che vengono a vedere l’evento un anno, quello dopo e poi non più perchè “tutto uguale”, anche se magari non è del tutto vero, ma l’impressione resta tale.
Sapete chi secondo me bisognerebbe seguire come esempio? La Sportica.
Perchè? Ogni anno riescono a inserire nei loro spettacoli degli esercizi simili, ma sempre contestualizzati in modo un po’ diverso, che ti sprona a rivederli per capire cosa avranno in serbo quest’anno; quella è il tipo di strada da percorrere.
Perchè cambiamento non vuol dire eliminare tutto quello che si è fatto di buono (tipo “dal prossimo anno duelli tra moschettieri con le spade laser, questo no eh), ma riuscire ad inserire in ogni annata una scintilla diversa da ricordare: difficile, complicato, ma con più teste meno impossibile.
Ed ora via con la consueta mega galleria di foto, tutte da guardare qui sotto: