Si chiude ad un passo dalla pioggia l’edizione 2016 dell’Artigianato Pinerolo, arrivata al grande traguardo di 40 anni di attività, festeggiati da una versione che potrei definire… di transizione.
E’ infatti caduta in un momento di trasformazione, specialmente in piano comunale, che l’hanno portata ad ereditare alcuni problemi passati, seppur sia visibile la voglia di dare una ventata di novità, e neppur da poco.
Ma partiamo proprio da quanto visto in positivo: innanzitutto la prima novità di quest’anno, e cioè artigiani ed artisti. Sculture, pitture e materiali dal ferro al legno stanno piano piano ritornando “a galla”, vedendoli lavorare direttamente sul posto, il che non può che far piacere e raggiungere il traguardo dell’evento. Restano diversi stand di attività molto sul limite dell’artigianalità, ma si intravedono curiosità gastronomiche e spaziature anche sul piano della multiculturalità. Poi direi di passare alla più grande sorpresa di questo 2016, ovvero la gente. Serate e nottate sono tornate… anzi credo per una prima volta si sono animate nel concreto senso della parola, con una offerta che ha richiamato a dovere un grande pubblico: attività del dopocena, aree musicali e visite guidate di diversi temi per scoprire o riscoprire storie e curiosità di Pinerolo alla luce dei lampioni.
Al proposito, paragrafo a parte per l’azzeccata rivitalizzazione della Terrazza Napoli a cura di Viva il Vino: non è mancata sera che abbia creato una grande atmosfera in un luogo suggestivo e purtroppo normalmente abbandonato all’incuria. Musica dal vivo, scelte vinicole provenienti da tutta Italia e cibo di qualità, miscelate ad una illuminazione gradevole hanno fatto centro, mostrando come si possano ancora creare momenti piacevoli per ogni età, e con classe. Anche nel corso dei giorni si è poi potuto assistere a botteghe artigiane ed esposizioni per le vie del centro storico, oppure seguire l’itinerario di EnPlainAir con spazi artistici dalla pittura alla fotografia in tutti i musei pinerolesi: un due in uno culturale da ripetere senza alcun dubbio.
Ospite di questa edizione la città di Valeggio sul Mincio, che non poteva non portarci un saggio delle proprie abilità gastronomiche con i tortellini dolci ed i grandi vini della zona; poco al fianco, le prove dal vivo di mascalcia e la parete di roccia da scalare a cura del CAI di Pinerolo; ed ancora i figuranti seicenteschi della Maschera di Ferro, Bike Park con minirampe e Show Cooking con prove culinarie dal vivo. Rimane invece sempre di qualità lo spazio gastronomico di Piazza Marconi, ancora più pieno del normale e che forse dovrebbe espandersi in un modo al quale arriviamo tra poco. Interessante anche la mostra dedicata ai 40 anni di Artigianato Pinerolo, dove è stato possibile vedere nascita ed evoluzione della rassegna, a partire dagli spazi mai dimenticati della Expo Fenulli (e chissà che fine avran fatto ora).
Prima poi dei punti di critica, ancora un accento su due momenti originali, quali le attività ludiche del CGE Pinerolo, sempre diverse ogni giorno e che hanno spaziato dai giochi di carte ai laboratori creativi, e lo strano quadrato dei Tre Falegnami. Nati da una costola dello scorso Arteficies, questi tre artigiani di Pinerolo hanno realizzato un qualcosa di originale, ironico e pure artistico, isolando uno spazio per esposizioni di qualunque genere all’interno della città, fotografandosi in questi giorni negli incroci di Pinerolo su di un divano in legno: così si suscita curiosità, anche con allegria, seppur sia riprova di come vere e proprie associazioni tra artigiani si potranno vedere con difficoltà, spesso anche a causa dei diversi obiettivi ed interessi di ciascuno.
Ma veniamo dunque alle note più dolenti, che quest’anno spiego in punti, per comodità e rapidità:
– Dispersione: non tanto di pubblico, non fraintendetemi, che anzi ha potuto spostarsi con grande comodità per tutto il territorio cittadino, ma più sul piano della tipologia di esposizione. Penso che possa essere di maggiore aiuto anche per i visitatori riuscire ad organizzare delle aree tematiche ben segnalate e strutturate, evitando i passaggi repentini da gastronomia a serramenti a vestiario a piccolo artigianato, che fanno più “vediamo come riempire i buchi” e meno fiera di importanza quale è; ed a tal proposito continua personalmente a stridermi lo spazio degli allievi del Buniva, incastrato tra il mercatino dei libri e quello gastronomico di Piazza Marconi, che per usare partenopeismi “nun c’azzecca”. Potrebbe essere più sensato inserirlo in maggiore visibilità nel centro città ed utilizzare anche quello spazio per tavole in più sul piano cibarie, e che sarebbero subito riempite;
– Riportare artigianato all’Artigianato: forse, e magari togliendo il forse, questa edizione, come già detto un po’ di carattere transitorio, ha visto qualche banco in meno, in certi luoghi anche con discreta evidenza. Ciò perchè si arrivava da momenti passati che sempre meno seguivano la tradizione o quantomeno il punto focale della manifestazione, ovvero il lavoro artigianale, e questo ha di parecchio demotivato al proposito. Le piccole scintille viste siano la base per dimostrare che questo evento può tornare a raccogliere tali attività, e mostrandone il funzionamento a fiumane di gente.
In ogni caso, questa è la strada che deve intraprendere l’evento forse più importante di Pinerolo: guardare ai giovani, guardare alle attività del passato, ma con modernità, ritmo e voglia di creare. Ed ora dunque passiamo alla galleria fotografica, con tante immagini da ingrandire per rivedere i momenti migliori di questa edizione!