Siamo tutti esseri umani ed ogni tanto si fanno errori nel dare un corretto senso di priorità ai servizi, soprattutto quando non ci si può clonare. Vedremo quindi ora in questo unico report gli eventi Expo Mattoncino, Sapori Divini ed il ritorno delle Abbadiadi: un percorso che mi ha fatto compiere davvero molte, molte riflessioni, scaturite sia da qualche commento a caldo su alcuni di questi eventi, sia su quali siano le strategie migliori per comunicarli e metterli in atto. Mi scuso quindi per un articolo molto più lungo del normale, ma secondo me c’è un filo conduttore in un tour come questo sotto descritto, ed il punto focale resta in ogni caso un grave problema di semantica: poi capirete perchè.
Expo Mattoncino 3: due fiere in una?
La novità di quest’anno in quel del Palazzo Olimpico del Ghiaccio è stata l’assorbimento in un’unica fiera di Expo Mattoncino, evento dedicato ai LEGO e loro mille usi, e Fumettando, area invece più dedicata al mondo nerd e cosplay, quindi con videogiochi, fumetti e gadget. Si poteva concretizzare il tutto in un unico macroevento, ma invece si è sempre parlato di “2 al prezzo di 1”, quando non è stato così, ed in modo piuttosto evidente.
L’evento si è articolato nel suo 80% per il mondo dei mattoncini, che hanno preso la maggior parte del Palazzetto, con le consuete incredibili creazioni, seppur di quest’anno molte simili tra loro e legate al montaggio di piccole città. Rimangono in ogni caso dei pezzi veramente interessanti: si vede come ci sia sempre dietro un grande lavoro quasi da ingegneria, specialmente per quelli in movimento, che stupiscono per messa in opera. Tanti spazi dedicati ai bimbi, che si dimostrano così essere il cardine principale della fiera, con stand per il montaggio libero, per i mattoncini giganti, truccatrici e spettacoli divisi tra interno ed esterno della struttura, dalla magia alla musica. Attività all’aria aperta che si completano con i pony da montare (ma in senso diverso da quello dei mattoncini), un grande percorso ad ostacoli gonfiabile e mezzi a quattro ruote da provare. Quindi, di per sè, poteva benissimo essere un eventino fatto bene, con diverse cose da vedere, dal target molto giovane come età ma sicuramente in pieno rapporto qualità prezzo. I problemi stanno invece in due aspetti: disposizione e semantica.
Entrare in una fiera con un certo contenuto dovrebbe subito portarci all’interno di quel mondo, mentre proprio la parte definita fumettistica è rimasta quasi nascosta rispetto al resto. Il primo approccio è con banchi che sicuramente saranno stati buoni sponsor della manifestazione ma che, per dirlo alla partenopea, poco c’azzeccano con il tema. Aspirapolveri, mobili ed automobili si possono trovare in qualsiasi fiera di paese, ma hanno poco di che nerdico: problema questo che avevo già sollevato in anni precedenti, e secondo me in questo caso peggiorato perchè prima espressione della manifestazione. Per la parte invece legata al disegno e co. si è dovuti arrivare sino al fondo del Palazzetto, in spazio separato dal resto, per i quattro o cinque studi autoprodotti di fumetto con le loro creazioni e possibilità di disegni sul momento; uno spazio cosplay, qualche gadget, gli ottimi lavori dei ragazzi del Buniva e… credo due soli spazi di vendita fumetti, di cui uno molto a la mercatino delle pulci. Si è quindi cercato più spazio inserendo altri banchetti nel corridoio di fondo (luogo peraltro non bellissimo e piuttosto grigio), dove però anche qua si trovano oggetti come lampade di sale e borsette riciclate, di nuovo senza appiglio ad un mondo di eroi di cartoni e fumetti. E’ un po’ come trovare un fioraio alla Fiera del Libro, per intenderci.
La strategia per far le cose meglio starebbe quindi nel cambiare l’aspetto semantico dell’evento: perchè non organizzare il tutto come una “Festa dei bambini”, ereditando quanto già visto in passato nel fu padiglione Palared? Perchè sta diventando, e pure nelle fiere molto più grandi, un deprecabile vizio quello di utilizzare i fumettisti solo per dare un certo nome ad un evento, ma sostanzialmente relegandoli a tappare i buchi. Se sono veramente la base di qualcosa, metterli in vista e non nasconderli o lasciarli a lato sarebbe meglio. Plauso nello spazietto all’area dinosauri, che ha animato parecchio i piccoli visitatori con laboratori archeologici e scientifici.
Sapori Divini, ripensare o riempire?
E qui mi spiace dirlo, ma non ci siamo proprio.
Quando si cerca di portare avanti un evento tradizionale come questo, che ormai è organizzato da parecchi anni, si dovrebbe mantenere in un certo contesto, dare certi contenuti. Credo che già il fatto di leggere il nome dell’evento e trovare solo due banchi e mezzo per la vendita di vino sia un segno di qualcosa che non quadra, ma procedo per gradi.
Penso al 2015, quando si occupò la piazza e poi tutta via Savoia con banchi e musica; penso al 2016, con spazi ridotti in piazza Barbieri, ma cercando di portare avanti un discorso legato ai tanti gusti, locali e più genericamente italiani.
Ora l’evento torna in piazza del Duomo, e questo è un bene, ma è mancato si vede contatto con i produttori locali: i banchi sono veramente pochi, con un birrificio (legato al locale a fianco), la carne argentina e la gofreria, ma si tratta di attività correlate che non dovrebbero essere il pieno fulcro di tutto. Nessun altro espositore lungo la vicina Via Savoia, qualche tavola in centro e niente davvero di più. La gente passa, certamente, anche in molti, ma ho sentito parecchie persone chiedersi dove fosse la parte restante dell’evento. Ora, sicuramente non fa piacere vedere così pochi elementi ad esporre, ed io da mero visitatore/osservatore non so se il problema sia da addurre ad una mancata o sbagliata ricerca di partecipanti, oppure un semplice “no” ricevuto dai produttori locali per ragioni da identificare (non lo ho ancora segnalato, ma è pesato di parecchio il non esserci dell’associazione VivailVino, che con i suoi assaggi e spettacoli musicali aveva invece rivitalizzato una buona area dell’Artigianato 2016), ma sicuramente vedere spegnersi letteralmente così un evento mi dà tristezza.
L’unica è, di nuovo, ripartire dalla semantica: ok per mostre e spazi nei locali correlati, ma se il cardine di tutto non è più il vino, chiamatela parentesi gastronomica di Pinerolo, ma evolvete il nome alle minori possibilità del momento.
Bisogna capire che poco non vuol dire necessariamente male (e sul sito trovate un sacco di esempi al proposito), ma è forse tempo di redisporsi e reinventare, di cercare strade nuove, se quelle del passato prendono chine simili. Meglio un minore successo che suscitare una piena delusione e, ripeto, io sono ancora stato un gentiluomo londinese rispetto ad altri commenti letti ben più carichi d’astio.
Abbadiadi e Nasi Rossi: che forse si veda una soluzione?
Me, me sciocco a pensare “il tempo è poco a mia disposizione e preferisco dunque concentrarmi sui due macro eventi del weekend, lasciando più secondariamente il ritorno delle olimpiadi dei bambini ad Abbadia Alpina e la giornata dei Nasi Rossi in Piazza Facta”. E invece, seppur in rapidità, che cosa ho visto?
Ho trovato bambini e genitori divertirsi molto di più, in quello che poi altro non è che un prato, quello degli arcieri del Chisone, accessoriato a campo sportivo con mini ostacoli, tiro del vortex, circuiti di corsa, aree di tiro a segno e con l’arco.
Eppure in quel piccolo ho sentito risate, ho visto in tanti, circa 150 piccoli atleti, la gioia di gareggiare, di esporre i propri disegni sullo sport, e magari di riuscire a salire sul podio, facendo il tifo per i propri amici e compagni di scuola. Pare un qualcosa di modesto, eppure ha dato dei bei risultati, ha intrattenuto all’aria aperta e senza nemmeno grandi spese o locandine in città. Che ci sia quindi da imparare qualcosa in tutto questo? Che forse un evento non sia brutto o bello a seconda della sua grandezza ma del modo in cui venga gestito, e/o da come lo si comunichi ai visitatori?
Mentre vi lascio riflettere al proposito come sto facendo io ora, vi passo la consueta fotogallery, in questo caso … tripla!
PS. avendo poche immagini delle Abbadiadi, vi lascio link alla pagina ufficiale, dove potrete trovarne un bel po’: https://www.facebook.com/abbadia2.0/?fref=ts