La burocrazia ha mietuto un’altra vittima, e questa volta di prestigio: si tratta del Carnevale di San Pietro Val Lemina, da sempre uno dei primi a festeggiare con brio questo periodo dell’anno e che si è visto trasformare la sua edizione 2019 in una versione molto, molto ridotta.
Vero che la parte più corposa di tutti gli anni, ovvero la sfilata dei carri, è stata bloccata per problemi legati alla sicurezza (e suoi relativi oneri, sempre più difficili da sostenere specialmente per i paesi e le piccole città), ma anche così qualcosa non ha funzionato a dovere, e primo termometro è stata l’affluenza di visitatori.
Non che sia stata del tutto scarsa, ma gli anni scorsi ci avevano abituati a ben altri numeri: piazza e via erano coperte di gente, mentre ora che tutta l’azione si è concentrata in Piazza Piemonte, già alle 16 si potevano vedere aree piuttosto vuote. A partecipare ed animare il posto i ragazzi del carro di Piobesi, che ha portato un po’ di musica, ma… è difficile parlarne. Perchè non posso parlare di scarso impegno da parte loro, o degli organizzatori, ma più di mancata reattività del pubblico: con balletti giusto per le foto dei capigruppo e musica un po’ accesa ed un po’ no, mi è parso in qualche momento più di assistere ad una prova generale per un qualche altro carnevale. Buoni gli spazi gastronomici e lo spettacolo di magia, ma la vera magia sembra sempre più legata ai giovanissimi, lasciando poco altro a tutti gli altri visitatori. Il che, intendiamoci, non è un problema solo della buona e vecchia SPVL, ma secondo me andrà a diffondersi su tutti gli altri carnevali locali, compreso quello pinerolese che a questo punto attenderemo al varco.
Prendendo qualche foto di carnevali passati, ne esce proprio il piacere di festeggiare, di divertirsi e di mascherarsi per scherzare e ridere assieme, mentre ora sembra più scaturire il dover divertirsi, che è altra cosa, e potrebbe portare questo genere di manifestazioni ad un ripensamento e ricreazione totale, per evitare una lenta ed inesorabile scomparsa. Se tutto il festeggiamento si concentra in giusto il primo paio d’ore, diventa più una sorta di dopopranzo / merenda di animazione per bambini, mentre sarebbe bello un qualcosa per tutte le età, ripeto, sempre che si voglia mantenere lo spirito carnevalesco originario.
Altrimenti, se si vuole continuare a pensare ad una tradizione legata solo ai carri, una volta che questo elemento va a scomparire il rimanente potrebbe essere troppo debole e lasciare scoperta la manifestazione, so che pare ne parli come uno schema calcistico ma il concetto è quello.
Detto questo, vi lascio alle fotografie dell’evento, come sempre nella galleria qui sotto, e… attendiamo la prova di Pinerolo, specialmente dopo la pausa dell’anno appena passato. Attendiamo. Vedremo. Speriamo. Spereremo.
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