Ciao! Chi sei? Ci racconti qualcosa di te?
Sono Paolo Bertolotti, sono arrivato ad un’età in cui in altri tempi si andava
in pensione, ma … per il momento cerco di sbarcare il lunario con la mia
professione e nel tempo libero mi occupo anche dello Stranamore!
Da quanto tempo frequenti Stranamore?
Sono stato un socio fondatore (nel ’93). A parte i primi 10 anni di presenza costante, in seguito ho frequentato Stranamore a fasi alterne, non sempre con assiduità come negli ultimi anni.
In questi anni sono cambiate tante cose; come descriveresti il momento attuale che vivono il Circolo e le associazioni culturali?
Come molte associazioni, dalla sua fondazione ha vissuto periodi di alti e bassi. Mi pare che nonostante in generale il volontariato e l’associazionismo vivano una crisi di impegno, Stranamore da questo punto di vista sia ancora un’isola felice: sono tanti i volontari che contribuiscono alla “vita” del Circolo. Penso in primis al gruppo tessere, ma anche a tutti coloro che in svariati modi partecipano, collaborano e/o propongono attività. Credo che si possa dire che Stranamore è un posto gradevole in cui ci si può passare una serata con gli amici, assaporare del buon cibo e godersi l’evento culturale della serata, oppure se si è soli facilmente trovare qualcuno con cui quattro parole (uno dei principi fondanti usciti dall’assemblea è proprio quello di combattere le solitudini). Ogni anno proponiamo laboratori di socialità, non sempre super frequentati, ma che volete… sono un po’ una mia fissazione! Oltre al prossimo di CNV (Comunicazione Non Violenta) che ci sarà a novembre, ne ho già in mente un altro… per la prossima primavera chissà… Poi Stranamore è soprattutto musica e mi qui mi pare che la quantità e la qualità siano di discreto livello. Le serate culturali non mancano, anche se purtroppo non godono sempre di una partecipazione elevata, ma è cosi che va in generale non solo qui. Il Gruppo di Acquisto Solidale resiste, avrebbe bisogno di nuove energie: se volete essere consumatori consapevoli di cibo sano, buono e giusto fatevi avanti! Ci sono mille possibilità di contribuire al funzionamento del G.A.S.
Cosa speri per il futuro del Circolo?
Credo che il nostro circolo possa anche in futuro mantenere una sua funzione associativa-culturale nel territorio. In futuro credo sarebbe importante stimolare sempre maggiori possibilità di espressione e di relazione ai nostri/e soci/e soprattutto giovani. Poi sono mille le cose che mi vengono in mente… magari in un’altra intervista dico la mia, per adesso preferirei che arrivassero dei suggerimenti dai nostri soci.
Ci racconti un tuo sogno?
Nella mia esperienza lavorativa ho avuto impatti e contatti molto negativi con la cosiddetta economia di “mercato”, nella quale naturalmente tutti siamo inseriti, per cui da parecchi anni sono impegnato nella ricerca di un’economia diversa equa, etica, solidale, ecologica, sostenibile, locale, ecc… Secondo me è possibile in molte realtà iniziare a prendere le distanze dall’odierna economia lineare (estraggo, produco, vendo/consumo, distruggo buttando alla discarica o inceneritore che sia) dove le relazioni anche umane si basano, sul fare utili e avere sempre un ritorno economico e di potere fregandosene del contesto ecologico/ambientale e delle relazioni sociali. Ecco: il mio sogno è di riuscire far sì che esperienze e pratiche di pensiero dell’economia “solidale”, o comunque di “altra economia” già presenti in vari territori, riescano a farsi strada anche nel nostro territorio. In particolare mi auspico che prima o poi si possa parlare di una rete “solidale” (distretto di economia solidale o comunità solidale) che oltre alla sfera economica riesca a ricomporre gli aspetti umani personali degli individui. Penso infatti che un’altra economia debba superare la sfera puramente economica ed avere maggiore cura degli aspetti umani relazionali, formativi, emotivi, civili e materiali che all’oggi mi sembrano parecchio trascurati. Non so se vedrò mai qualcosa del genere; credo che alcune storiche contrapposizioni vadano superate per passare a creare, rappresentare, immaginare nuove forme di economia e di relazioni che non vedono al centro il potere ma la cura e l’equità delle relazioni tra gli individui rispettando gli equilibri naturali e ambientali.
Spazio libero: dicci quello che ti pare!
Mi piacerebbe che uno studente universitario impostasse la tesi di laurea sulla storia e prospettive dello Stranamore. |