Ultima possibilità di confronto prima della sfida finale alle urne per Luca Barbero, PD, e Luca Salvai, Movimento 5 Stelle, in ballottaggio per la carica di sindaco di Pinerolo. Il momento di domande e risposte si è svolto presso la sala Pacem in Terris, a cura di Vita Diocesana Pinerolese, il cui direttore Patrizio Righero ha moderato ottimamente la serata, per una discussione civile e mai alzando i toni. Formula molto diretta: due domande approfondite da dieci minuti a testa, cinque più specifiche da 5 min, e due considerazioni finali secche su due problemi specifici.
I quesiti e punti di discussione sono stati raccolti dalle numerose associazioni del territorio, importante specchio della situazione cittadina.
Ringraziamo Patrizio Righero per averci fornito la traccia della serata e procediamo dunque con il report del dibattito!
La prima domanda è sulla Trasparenza: con quali strumenti il Comune si può mettere in dialogo con la cittadinanza? Come coinvolgerli? Si può realizzare un calendario comune?
L.B.) Si tratta di una domanda quasi sociologica: bisogna distinguere bene però tra due discorsi differenti. La trasparenza amministrativa, tema centrale, ma dato poco avvertito vista la scarsa affluenza alle urne, ed invece la trasparenza politica: questa dovrà essere fondamentale, per dimostrare la bontà delle proprie scelte per la collettività, senza interessi personali. Politiche di tipo orizzontale, che devono però essere seguite anche dal resto dell’amministrazione, definendo bene gli obiettivi da seguire in modo partecipativo, creando un regolamento per la gestione dei beni comuni, e cercando poi di usarlo per una crescita comune, e non per fare opposizione all’interno. Creare così dei tavoli permanenti che mettano in dialogo associazioni ed istituzioni.
L.S.) Trasparenza e partecipazione solo al centro del nostro programma: bisogna partire però dagli strumenti di informazione, creando un Question Time in cui la Giunta risponda a domande di cittadini e giornalisti. Cambiare direzione: deve essere l’amministrazione ad arrivare alle persone e non il contrario, per spiegare le scelte decise e giustificandole con chiarezza. Vogliamo poi rivalutare il Consiglio Comunale, dandogli centralità anche per dare spazio a tutte le opposizioni. La trasparenza deve essere assoluta su ogni assegnazione diretta, decidendo la destinazione degli investimenti anche tramite sondaggi su temi specifici, non vincolanti ma molto utili per capire i bisogni cittadini. Valorizzare dunque il sistema dei quartieri, con referenti diretti per singola zona, e con figure specifiche per la comunicazione; sul piano associativo invece tali gruppi dovranno essere gestiti dagli assessori di riferimento, quello è il loro lavoro.
La squadra: nomi o identikit degli assessori e 3 progetti non di ordinaria amministrazione che possono rilanciare la città.
L.S.) Il nostro lavoro principale è stato quello di mettere in campo persone valide, scelte in gruppo e già note, come Eros Primo all’Urbanistica, Martino Laurenti alla Cultura, la dr.ssa Lara Pezzano a Politiche Sociali e Sanità o Antonella Clapier all’istruzione. Dei tre progetti il primo è quello di cui sopra, ovvero le Consulte Comunali; il secondo la riqualificazione turistica, partendo dalla semplice operazione di pedonalizzazione di Piazza Facta; il terzo una non scontata riorganizzazione degli uffici, soprattutto sui ruoli dirigenziali ed in punti chiave quali lavori pubblici e vigili urbani, anche ai loro vertici.
L.B.) C’è un grande pezzo di città disponibile a lavorare con il Comune: non mi pare giusto ora fare nomi precisi, ma è chiaro che si deve lavorare in gruppo, con una Giunta per buona parte nuova. Primo progetto una maggiore qualità complessiva, punto uscito ad ogni incontro con i cittadini; secondo rendere pedonale Piazza Cavour, creando raccordo col Centro Storico e ripensando tale spazio in modo estetico; terzo la risistemazione del Piano Regolatore, con diversi piani settoriali e pensando anche al passato progetto della ciclovia Abbadia Alpina – Centro Studi.
Una città inclusiva: sono in molti i cittadini diversamente abili: ci possono essere delle strategie per collaborare con le associazioni e venire loro incontro con strumenti concreti? Esempio di problema al riguardo il fatto che dal mese scorso i tirocinanti del CISS non ricevono più pagamenti.
L.B.) Bisogna cercare sicuramente di continuare tali servizi: negli ultimi 20 anni chi ha amministrato ha sempre lavorato mettendo questo tema al centro, passando anche di recente in condizioni veramente drammatiche. L’assessore Boni nel corso del suo mandato ha visto nel suo ufficio centinaia di famiglie colpite da problemi sul lavoro o sul trovare una abitazione. Noi abbiamo lavorato bene, e vogliamo continuare questo percorso in ogni settore: altro esempio infatti il battersi perché ogni sport pinerolese sia facilmente fruibile da chi abbia delle disabilità. Il Comune deve mettere in campo la politica per fare sì che torni il lavoro, rendendo Pinerolo leader dell’Area Metropolitana in diversi settori. Per l’emergenza abitativa bisogna fare sì che il CISS continui il suo ottimo lavoro, così come lavorare sull’accoglienza dei migranti, per raggiungere una società inclusiva. Si può creare dunque un vero tavolo di politiche dedicato alle attività di volontariato.
L.S.) Sul piano assistenziale purtroppo si è potuto assistere recentemente ad un problema, ovvero che tali attività vengono prese da molti come lavorative piene, quando non dovrebbero esserlo: spesso manca la formazione adeguata al proposito, vengono dati troppi affidamenti a singole persone, che poi non sono nemmeno collegate tra loro in un’unica rete. Bisogna mantenere quindi il CISS ed il suo operato, ma ristudiarne il sistema: non si tratta di lavorare in fabbrica, non si può dire che se per problemi di budget una persona possa essere pagata la metà si accontenti di fare metà delle ore di assistenza; il rischio è che siano innanzitutto le famiglie con tali problematiche a perdere quel tipo di servizio. Una soluzione fu già proposta dall’assessore Boni, ovvero quella in caso di tali situazioni di intervenire monetariamente come Comune per sopperire il CISS. E’ vero, e sarebbe sbagliato il non farne parola, che Pinerolo si è distinta in modo particolare negli ultimi anni sul piano sociale, e tali percorsi vanno riconfermati, con strategie politiche adeguate e dando comunicazioni chiare su tipi e metodi di assistenza, collegando la domanda con l’offerta.
Altro importante punto è l’urbanistica, specialmente parlando di viabilità: quali interventi si possono compiere sul Piano Regolatore? Si parlava di ciclovie, piani europei e zone 30 nell’intera area urbana.
L.S.) Non siamo intenzionati a realizzare un nuovo Piano Regolatore, poiché abbiamo studiato che si possono ottenere altrettanti risultati con una semplice Variante. Si tratta in ogni caso di un punto fondamentale e strategico la centralità dei trasporti, specialmente della tratta ferroviaria Torino Pinerolo; dal documento pervenutoci dai Salvaciclisti abbiamo tratto possibili ciclovie, da quelle scolastiche a quelle della zona ospedaliera. Vorremmo poi destinare il 50 % dell’introito delle multe per la viabilità ecosostenibile, seguendo un piano pedociclabile europeo. Per la richiesta di rendere zona 30 l’intera area urbana riteniamo invece sia un po’ eccessivo, mentre è più saggio valutarne l’applicazione a seconda dei diversi spazi e percorrenze. Cercheremo dove studiabile di inserire sensi unici alternati, progetti singoli per la viabilità e lavorare per un Centro Storico pedonale: una scelta impopolare, ma nella quale crediamo per un rilancio turistico come si deve.
L.B.) Il Piano Regolatore è fermo ai primi anni 2000, ergo è una necessità il crearne uno nuovo, legato alla situazione moderna. Uno strumento che deve essere utile, costruttore di connessioni e convergenze, e per una mobilità sostenibile per tutti. Ci possono, e ci devono essere, diversi piani settoriali per i diversi interventi, ma sarà quello Regolatore a connettere insieme tutti questi punti. Ovvio che si tratta di un lavoro lungo ed impegnativo, probabilmente impossibile da chiudere in un solo mandato, ma volendo possiamo avviarlo: è difficile utilizzare le somme dette da Salvai per quel tipo di viabilità, ma si può lavorare sul lungo tempo per raggiungere risultati.
In precedenti dibattiti si è parlato dei Beni Simbolo, prendiamone dunque ora in esempio due: che destino potranno avere il Palazzo degli Acaja e la Cavallerizza Caprilli, nel caso in cui venisse offerta al Comune?
L.B.) Sul Palazzo Acaja ci sono già da tempo diversi progetti in cantiere, ma i primi passi dovranno essere sicuramente la messa in sicurezza di tetto ed affreschi. Dunque pensiamo che si debba cominciare ad utilizzarlo per il suo scopo principale, ovvero come bene storico di attrazione turistica, cercando giuste convergenze tra pubblico e privato, e rendendone già una buona parte visitabile. Per la Caprilli il tema è invece più complesso: l’idea iniziale è stata quella di renderla una vetrina dei prodotti e delle eccellenze del Pinerolese, così come destinare l’area al mercato coperto, ma non da tutti è stata accettata con piacere. Bisogna prima di tutto capire il destino della proprietà prima di fare ulteriori ragionamenti al proposito, ma sempre tenendone al centro l’importanza turistica.
L.S.) Palazzo Acaja è sicuramente un punto centrale: è su questi progetti che si può pensare di ricreare una identità cittadina. L’idea è quella di renderlo luogo di conservazione della storia pinerolese, in modo che sia la città stessa a raccontarsi al pubblico. Servono ovviamente delle risorse, e dato che su tale punto non si vuole decidere la strada del mutuo od altri eventuali debiti, si cercheranno nuove strade, come il crowfunding o bandi europei. La Cavallerizza, finché resterà sotto attuale demanio, non potrà essere toccata o valutata per altri scopi: abbiamo già come Comune numerose strutture da capire e da sviluppare, e si tratta quindi di recuperare prima quanto esistente. Dopo una interessante conferenza di Italia Nostra, viene però da pensare che potrebbe essere quello il vero luogo dove inserire il Polo Culturale di Pinerolo.
Problematiche ambientali: quali interventi si possono portare avanti per la tutela della zona collinare? Un esempio: Strada ai Losani è uno dei percorsi delle “camminate collinari” organizzate nell’ambito del progetto Salute e Prevenzione di cui è partner anche il Comune di Pinerolo. E’ in condizioni di assoluto degrado e pericolosità (buche e alberi che rischiano di cadere sulla via, acque che vi si rovesciano senza adeguata regimazione).
L.S.)Un capitolo molto approfondito come urbanistica: è stata effettuata una mappatura di tutte le aree colpite da dissesto idrogeologico, ed è qui che una amministrazione adeguata può pensare di accendere un debito. Devono essere sempre presenti riqualificazione e manutenzione, con priorità di interventi sul verde pubblico: solo così si aiuta la qualità della vita cittadina. Il piano paesaggistico adottato dalla Regione Piemonte prevede vincoli molto restrittivi, che dovremo conservare non permettendo nuove costruzioni nell’area collinare. Altro discorso lo smaltimento dei rifiuti: non si è mai adottato uno studio di fattibilità per la sperimentazione della raccolta porta a porta in particolari aree e frazioni. Si potrebbero così ridurre efficacemente i problemi dell’accumulo dell’immondizia spesso anche in luoghi centrali, facendo valere il concetto che chi inquina deve pagare, attraverso precise tariffazioni proporzionali.
L.B.) Il nostro compito è quello di arrivare ad una qualità diffusa del territorio conservando la collina con una scelta politica efficace; già ora i diversi piani in vigore limitano giustamente le costruzioni nell’area, perciò non possiamo che cercare di mantenere le attuali condizioni, tutelando questo spazio. Sono concorde per quanto riguarda l’idea della raccolta dei rifiuti porta a porta, che sarebbe un buon passo in avanti per non far arrivare gli ecopunti in certe condizioni; ovvio, si tratta prima di valutare i costi di tale operazione, ma si tratta di una buona opzione.
UNI3: associazione del territorio con più di 800 iscritti, ed ancora senza una sede legale attrezzata o aule per le lezioni. Si può risolvere questo problema, così come quello di tanti altri gruppi senza uno spazio per ritrovarsi?
L.B.) C’è un piano del nostro programma elettorale che passa come Città Educativa, il che è da intendersi anche sul piano di percorsi di vita dei cittadini. Oggi non è possibile dire però “vi possiamo dare quella come sede”, dato che si deve studiare prima di tutto la situazione complessiva. Dobbiamo lavorare sul patrimonio immobiliare comunale, vedendo come utilizzarlo, quali parti vendere e come distribuire quelle che rimarranno.
L.S.) E’ giusto, non dobbiamo fare la figura dei venditori di fumo solo per ottenere consenso: sicuramente quella dell’UNI3 è una realtà importante, ma non si può promettere oggi una sede dal nulla. Si tratta di controllare e valutare gli spazi a disposizione.
L’Accademia Organistica Pinerolese ha scritto di come vi sia bisogno di restauro per due importanti strumenti del territorio, ovvero gli organi storici presenti nella chiesa di San Giuseppe ed in quella di Sant’Agostino. E’ possibile, ed in quali tempi?
L.S.) Mi è capitato in tempi recenti di visitare uno dei due spazi detti, e non credo sinceramente sia una priorità del Comune in sé agire per la loro conservazione e restauro. Sicuramente però l’Amministrazione può trovare le giuste vie per un aiuto concreto, pensando ad agevolare sponsorizzazioni o metodi di recupero.
L.B.) Per prima cosa è necessario valutare i costi di una tale operazione; Pinerolo viene considerata da noi anche come Città della Musica, e ben conoscendo l’importanza concertistica della Sala Italo Tajo, nuova forma della chiesa di San Giuseppe, sicuramente sarà quella ad avere priorità di intervento.
Ed ora, per concludere, una breve frase che porti a votare per voi.
L.B.) Votando noi scegliete una storia politicamente lunga, con capacità e conoscenze, così come le parole di un programma interessante e che passa sulle gambe della gente: è dalle persone che si possono ottenere miglioramenti, così come da idee concrete. La fiducia nel nostro percorso sarà bene ripagata.
L.S.) Qualche tempo fa il mio concorrente ha detto di votare per la “proposta migliore” per Pinerolo. Ecco, noi vorremo dire che forse non siamo la proposta migliore, ma diversa. Qualcosa di diverso da come si è sempre fatto: che sia migliore o meno rispetto a quanto visto fin’ora non spetterà a noi dirlo ma al giudizio dei cittadini.