Da comunicato: Sabato 17 e domenica 18 settembre 2016 si svolge a Prarostino, in provincia di Torino, il 32º Campionato Nazionale di Tiro con la Balestra Antica da Banco, organizzato dalla Compagnia dei Balestrieri di Roccapiatta, con sede a Prarostino, dalla LITaB e dal comune di Prarostino. La manifestazione vede il patrocinio della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e dell’Unone Montana del Pinerolese.
Il primo campionato si svolse nel 1985 a Terra del Sole, l’anno successivo si costituì la LITaB (Lega Italiana di Tiro alla Balestra) a cui aderirono le tre compagnie fondatrici, Assisi, Terra del Sole e Pisa. Da allora sono passati più di trent’anni e nuove compagnie si sono unite alla LITaB e partecipano ogni anno al Campionato Nazionale. Oggi sono iscritte alla LITaB 13 compagnie di tiro alla Balestra Antica da Banco. (Amelia, Assisi, Chioggia, Gualdo Tadino, Iglesias, Lucca S. Paolino, Montefalco, Norcia, Pisa, Prarostino, Terra del Sole, Ventimiglia e Volterra).
Il Campionato si divide in due giornate. Sabato 17 settembre si svolgerà la Gara dei Campioni Trofeo Lippolis, nella bellissima cornice del parco del Castello di Miradolo, a cui partecipano un Campione ed il Maestro d’Armi per ognuna delle 13 squadre.
La seconda giornata, domenica 18 settembre, vedrà lo svolgersi del campionato Nazionale vero e proprio presso l’Arena dei Balestrieri a Prarostino.
Il Campionato Nazionale prevede due prove. La prima prova è la gara a squadre. Ogni Compagnia partecipa al tiro con 12 balestrieri. Dopo il sorteggio della posizione del banco di tiro o bancaccio, si sorteggia l’abbinamento dei Giudici di Campo con le Compagnie, si sottopone il materiale al controllo dei Maestri d’Armi e dei Giudici. Può iniziare quindi la gara a squadre sul bersaglio piano.
Dal bancaccio i balestrieri tirano verso il proprio bersaglio che è posto a una distanza di 36 metri. Tutti i 12 balestrieri titolari avranno a disposizione, durante la gara, un solo tiro a testa.
I punteggi realizzati saranno ritenuti validi a tutti gli effetti purché la freccia tocchi il bersaglio valido e vi rimanga conficcata. La somma dei punteggi ottenuti dalle dodici frecce di ogni squadra darà la classifica della gara. In caso di parità di punteggio, il titolo sarà assegnato alla squadra che avrà realizzato il miglior tiro.
La seconda prova è la gara individuale. Anche in questa competizione partecipano 12 balestrieri per ogni Compagnia, in questa prova però tutti i balestrieri tirano in un medesimo bersaglio denominato “Corniolo” o “Tasso”. Il corniolo o tasso è composto da una base in legno a forma circolare con diametro di circa 40 cm, al centro del quale è posto un fusto in legno a forma di tronco di cono. I balestrieri gareggianti hanno a disposizione un solo tiro a testa.
Sarà proclamato vincitore colui che avrà effettuato il miglior tiro delle 12 tornate su un totale di 156 frecce.
Programma Campionato
Sabato 17 settembre 2016
Gara dei Campioni e Trofeo Lippolis
Ore 15,00
• Castello di Miradolo: accoglienza delle Compagnie partecipanti al XXXII Campionato Italiano
Ore 16,00
• Breve corteo storico all’interno dei parco del castello
Ore 16,30
• Gara dei Maestri d’Arme (Trofeo Lippolis) e dei Campioni di ogni squadra.
Ore 18,00
• Trasferimento presso l’hotel Barrage per il tradizionale scambio dei doni e per il sorteggio delle postazioni di tiro
Domenica 18 settembre 2016
Torneo Nazionale
Ore 09,00
• Arena dei Balestrieri: ritrovo di tutte le Compagnie per verifica balestre
Ore 09,30
• Inizio dei tiri di prova e punzonatura verrette
Ore 12,00
• Termine dei tiri di prova e termine punzonatura verrette
Ore 13,00
• Pranzo offerto dalla Compagnia Balestrieri di Roccapiatta
Ore 15,00
• Inizio sfilata Corteo Storico verso l’Arena dei Balestrieri
Ore 15,30
• Inizio XXXII Campionato Italiano di Tiro alla Balestra – Gara a squadre
Ore 16,30
• Intermezzo con esibizione dei gruppi partecipanti
Ore 17,00
• Inizio XXXII Campionato Italiano di Tiro alla Balestra – Gara individuale
Ore 18,30
• Premiazioni e saluti
Cenni sulla Compagnia Balestrieri di Roccapiatta
Nei tempi passati la difesa dei territori Pinerolesi era affidata all’abilità ed al coraggio dei Balestrieri di Roccapiatta. Affinché i Balestrieri fossero ben padroni delle loro armi, lo Statuto scritto nel 1388, stabiliva una serie di regole sulla consegna delle balestre, sull’uso e sugli allenamenti che avevano il loro culmine con la manifestazione di tiro di San Lorenzo.
La Compagnia dei Balestrieri di Roccapiatta nel 1976, dopo molti anni, viene rifondata come gruppo folcloristico, con l’aiuto della Proloco di Prarostino, per rievocare le antiche tradizioni. Nasce così il Palio dei Borghi che si svolge di sera ogni anno il primo sabato di luglio tra le due contrade del Comune, “Prustin d’aval” (Prarostino di sotto) e “Prustin d’amunt” (Prarostino di sopra).
Nel 1987 la Compagnia entra a far parte della L.I.T.A.B.
In concomitanza a questi avvenimenti, si è costituito un gruppo di sbandieratrici per affiancare i musici ed il loro corteo storico rappresentante il Principe e la sua consorte con il loro seguito di dame e damigelle. La Compagnia ha conquistato il titolo di Campione Nazionale a Squadre del 1993, 1999 e 2002; tra i propri balestrieri vanta i Campioni Individuali Enzo Avondetto (1991) e Luciano Monnet (1998).
Cenni sulla balestra antica da banco
Quest’arma temibile, già nota agli assiri, ai babilonesi e agli egiziani, in Grecia e nella Roma del basso impero, divenne nel Medioevo, insieme con l’arco, arma assai diffusa. Come l’arco e la spada fu molto utilizzata fino all’avvento delle armi da fuoco. Nell’XI secolo furono istituiti, negli eserciti comunali e regi, reparti di balestrieri, a piedi o a cavallo; insieme agli arcieri i balestrieri costituivano i corpi speciali che marciavano in testa alla fanteria protetti da armature. Compagnie di balestrieri fecero parte di prestigiosi eserciti di ventura.
La “balestra da banco”, più pesante ma molto più potente di quella da braccio, veniva usata principalmente nella difesa di luoghi fortificati o protetti, come castelli e navi, e contribuì in misura significativa anche alla conoscenza dei materiali (per sollecitazioni a cui l’arco doveva resistere) e dell’aerodinamica (grazie alla caratteristiche peculiari del volo compiuto dalla freccia).
Temibilissima e decisamente efficace, la balestra permetteva, rispetto al semplice arco, un puntamento preciso, una gittata molto lunga e un eccezionale potere di penetrazione dei suoi bolzoni, tozze freccia dall’ampia impennatura.
Le balestre impiegate oggi dalle Compagnie Balestrieri della LITAB, sono l’evoluzione delle armi da posta del Quattrocento-Seicento, sono dotate di arco in acciaio, fusto in noce nazionale scolpito e possiedono un dispositivo di scatto a noce di bronzo ed un particolare sistema di mira triangolare.
Hanno un peso variabile tra i 12 ed i 18 kg. Per tendere il loro arco è necessaria una forza di 500-600 kg applicata mediante un apposito martinetto. Sono in grado di lanciare Verrette (frecce) ad una distanza di circa 300 m con una velocità iniziale di 150 m/s.
Possono colpire senza errore un bersaglio di 10 cm di diametro ad una distanza di 50 metri.
Cenni su Prarostino
Sorge in una magnifica posizione collinare e montuosa, a pochi chilometri da Pinerolo alla confluenza delle valli Chisone e Pellice note anche come Valli Valdesi.
Le prime notizie storiche conosciute sul territorio risalgono all’anno 1064, data della compilazione di un atto di donazione della Marchesa Adelaide a favore dell’Abbazia di Santa Maria di Pinerolo.
Prarostino fu un importante rifugio dei Valdesi durante le lotte di religione e divenne in seguito un importante rifugio per i partigiani nella lotta di liberazione. A Prarostino si costituì infatti il primo nucleo organizzato di resistenti nel pinerolese, sotto il comando dei tenenti Matteis, Arca e Sansone. Anche per questo il 25 aprile 1977 a Prarostino venne inaugurato il monumento Faro della Libertà a eterno ricordo di chi ha dato la vita per un ideale. Il progetto fu realizzato gratuitamente da due architetti molto famosi in quel periodo, Roberto Gabetti e Aimaro Isola, quest’ultimo fratello di Leletta d’Isola, e appartenente alla famiglia Oreglia d’Isola di Bagnolo che sostenne e aiutò la resistenza in diverse occasioni. I cavatori di Bagnolo donarono il pietrame necessario mentre il lavoro di costruzione fu eseguito volontariamente da ex partigiani, dai prarostinesi e da diversi artigiani e professionisti.
Di particolare interesse sul territorio di Prarostino si possono visitare il Tempio Valdese di San Bartolomeo, il Tempio Valdese di Roccapiatta, la Chiesa cattolica di San Bartolomeo e il Museo della Viticoltura che fonda le sue radici in un passato contadino dove la viticoltura, per il territorio favorevolmente esposto al sole, era la prima fonte di reddito. Purtroppo negli anni il territorio ha visto un lento abbandono per il progressivo spopolamento che si è avuto negli anni ’50/‘60 del secolo scorso. Fortunatamente però alcuni prarostinesi hanno mantenuto viva la tradizione costituendo l’associazione dei Vignaioli Prarostinesi e riuscendo così a produrre un vino denomitato Lou Prustinenc realizzato con le uve locali.
Cenni sul Castello di Miradolo
Il Castello di Miradolo è un edificio storioco situato all’imbocco della Val Chisone, costituito da una parte nobiliare e da una parte rustica, il cui impianto risale al XVII e XVIII secolo e fu successivamente ridisegnato e ampliato nella seconda metà dell’Ottocento.
Le prime notizie certe legano la storia del Castello, inizialmente ricordato come una semplice “cassina”, alla famiglia dei Macello – divenuta Massel per voltontà di Giovanni Battista – i quali, pur non possedendo alcun feudo, erano i maggiori proprietari del territorio.
Nel 1866 la Marchesa Teresa Massel si sposò con Luigi dei Conti Cacherano di Bricherasio, il quale come dono di nozze alla sposa, fece ristrutturare l’antica e rustica “cassina”, trasformandola in residenza nobiliare di gusto neogotico, quella che ancor oggi possiamo vedere.
Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima erede della famiglia, morì nel 1950 lasciando il Castello di Miradolo alla Provincia religiosa di San Marzano di don Orione, che rese il palazzo una casa per esercizi spirituali. Negli anni a seguire furono effettuati una serie di interventi non sempre rispettosi dell’impianto originario e infine la proprietà fu abbandonata.
Nel 2007 l’intero complesso è stato acquistato da un gruppo di privati. Gli interventi di recupero ne hanno permesso la riapertura al pubblico nell’ottobre del 2008 diventando un’importante sede di mostre ed eventi culturali.
Il Castello di Miradolo è circondanto da un parco che ha un’estensione di circa 6 ettari.
Ispirato al giardino informale di gusto inglese, questo parco si caratterizza per avere una forma vagamente ovale, la cui regolarità è variata e resa piacevole da anse di vegetazione intorno al vasto prato centrale.
Vi si trovano esemplari di notevole bellezza e importanza storica e botanica e il patrimonio arboreo presente è rappresentato da oltre 1740 alberi di diversa dimensione e pregio, appartenenti a 70 specie botaniche, che si ritrovano in gruppi più o meno densi, piccoli boschetti e singoli alberi isolati che sottolineano e delimitano ampie radure prative.
L’intero parco è attraversato da un interessante sistema di canali irrigui e, in una planimetria del 1834, si riconosce addirittura un laghetto, di forma irregolare, sotto gli alberi del lato sud. La presenza nell’area di numerosi corsi d’acqua, la vicinanza stessa del torrente Chisone e la posizione particolarmente felice da un punto di vista climatico, al crocevia fra valli, pianura e montagna, fanno del luogo un sito notevole anche da un punto di vista ecologico, rendendolo habitat ideale per molte specie animali oltre che vegetali.
Nell’agosto del 2007 il parco del castello di Miradolo è stato inserito nell’elenco ufficiale dei giardini storici sottoposti a tutela della Regione Piemonte.
Per info: www.litab.net – http://balestrieridiroccapiatta.altervista.org/ – www.comune.prarostino.to.it – Telefono Flavio Rivoiro (presidente Compagnia balestrieri di Roccapiatta) 340 8415031